Il documento presentato dal capogruppo del Movimento cinque stelle chiedeva alla Giunta sostenere in giudizio l’impugnativa presentata dalla Regione Puglia sulla riforma del sistema nazionale di istruzione
Il Consiglio regionale ha respinto oggi a maggioranza (con 8 voti favorevoli di M5s, Pdl-Fi, Udc, Lb-Fdi e Gruppo misto ed 8 voti contrari di Pd, Pp e Psi) una mozione proposta dal capogruppo del M5s Giovanni Perrino con la quale si chiedeva alla Giunta “a proporre atto di intervento ad adiuvandum nel giudizio di legittimità costituzionale, in via principale, proposto dalla Regione Puglia ex art.127 comma secondo della Costituzione innanzi alla Corte costituzionale sulla legge n. 107/2015 (Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti)”.<br /><br />“In particolare – a giudizio del consigliere del M5s – in ordine all’articolo 1 comma 73 è configurabile una violazione dell’articolo 3 della Carta fondamentale rispetto ai principi in esso sanciti di uguaglianza formale e sostanziale. Tale disposizione prevede, infatti, che a partire dall’anno scolastico 2016/2017 il personale docente delle istituzioni scolastiche statali, con contratto a tempo indeterminato, sia destinatario di incarichi triennali proposti dai dirigenti scolastici degli albi territoriali provinciali. Ne deriva una immissione in ruolo scevra di un’effettiva assegnazione di posto che risulta eventuale e appannaggio delle scelte del dirigente scolastico, con il rischio che le stesse assumano carattere di arbitrarietà”.<br /><br />“Con il recente intervento normativo il legislatore ha inteso conferire – si legge ancora nella mozione – un potere soverchiante rispetto agli organi collegiali in capo al dirigente scolastico che può respingere le elaborazioni del Collegio o le approvazioni del Consiglio di istituto, qualora non siano conformi agli indirizzi da lui dettati”.<br />