“Se vogliamo davvero dare una prospettiva al nostro Paese, dobbiamo investire sulla formazione dei giovani nuovi imprenditori, con l’acquisizione dei crediti formativi. Un intervento che porterebbe, nel lungo periodo, ad un incremento della competitività della nostra regione come dell’intero Mezzogiorno”. A sostenerlo è il presidente di Rete Imprese Potenza e di Confesercenti Prospero Cassino citando i dati dell’Osservatorio Confesercenti sulle imprese del commercio e del turismo: nei primi tre mesi del 2016 i titolari e i soci d’impresa con meno di quarant’anni diminuiscono di oltre 25mila unità, mentre si registrano circa 17mila over40 in più, per un saldo finale di oltre 8mila imprenditori in meno.
“Il tema della formazione – continua Cassino – ci sta particolarmente a cuore. Ogni anno, centinaia di giovani in regione tentano la via dell’impresa. Molti con passione ed entusiasmo. Tanti, troppi, per creare quel posto di lavoro che, per loro, non c’è. In un mercato globalizzato e competitivo come quello attuale, però, non è più possibile improvvisarsi imprenditori. Senza una formazione mirata, questi ragazzi e queste ragazze sono condannati al fallimento, dopo aver bruciato tempo, risparmi e investimenti, quasi sempre delle famiglie.
Di qui la proposta di Rete Imprese Italia: istituire un sostegno alle nuove imprese per traghettarle verso il consolidamento, aumentandone il tasso di sopravvivenza, attraverso un piano di riduzione delle imposte per i primi anni di vita e cicli di formazione continua. Bisogna estendere i provvedimenti di fiscalità agevolata a tutte le nuove imprese. Prevedere contributi non solo agevolati, ma anche a fondo perduto per le spese generali di avvio, oltre a iniziative volte a ridurre drasticamente i ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. A queste vanno aggiunte altre misure che possono favorire l’apertura di nuove attività da parte di imprenditori che hanno già sperimentato una chiusura. Si tratta di evitare che prevalga un effetto di scoraggiamento da parte dell’imprenditori, o di stigma da parte del contesto esterno, per cui al fallimento di un’iniziativa imprenditoriale non è detto non possano seguire nuove iniziative da parte dello stesso imprenditore. E’ il tema cosiddetto della “seconda opportunità”, sul quale da tempo insistono anche le autorità europee. Abbiamo di fronte un percorso complesso, ma al quale non possiamo rinunciare. Siamo convinti che queste proposte, se implementate, potrebbero dare un impulso significativo alle micro, piccole e medie imprese e all’economia italiana tutta. La condizione prioritaria – dice ancora Cassino – è che le PMI tornino al centro dell’agenda di politica economica nazionale e regionale. Anche perché senza il contributo di questo vasto universo, non arriveremo mai ad agganciare una piena ripresa. In primo luogo nel mercato del lavoro”.
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