Rendiconto, Mollica: “Evitare gli errori del passato”

L’esponente dell’Udc: “Porre in essere azioni che consentano l’avanzamento della spesa soprattutto in quei settori che più servono a questa Regione: rifiuti, ambiente, giovani, con azioni virtuose volte all’occupazione, vero dramma di questo territorio"

&ldquo;Il rendiconto, insieme al bilancio, &egrave; l&rsquo;atto fondamentale che un Ente mette in campo e dovrebbe servire, per sua stretta finalit&agrave;, a valutare se ed in quale maniera le intenzioni politiche,&nbsp; contenute nel bilancio,&nbsp; si sono trasformate, attraverso una serie di interventi amministrativi,&nbsp; in realt&agrave;, ovvero ci&ograve; che &egrave; stato o non &egrave; stato fatto. Invece, il&nbsp; nuovo meccanismo tecnicistico, fortemente&nbsp; contestato in Commissione, frutto della sperimentazione che ha interessato 5 regioni tra cui la Basilicata e riveniente dal decreto legislativo del 23 giugno 2011 n.118, ha consentito la sola lettura dei dati&nbsp; non&nbsp; permettendo approfondimenti puntuali sulle missioni e programmi elencati ma limitandosi a fornire dati freddi ed asettici&rdquo;. All&rsquo;indomani della discussione e votazione sul Rendiconto generale della gestione del bilancio della regione riferito all&rsquo;esercizio 2013&rdquo;, il capogruppo dell&rsquo;Udc, Francesco Mollica, ha cos&igrave; motivato il&nbsp; voto contrario espresso sul provvedimento.<br /><br />&ldquo;Mi chiedo: se abbiamo incontrato difficolt&agrave; interpretativa noi, addetti ai lavori supportati dai funzionari della regione, tanto da contestare questo modus operandi, figuriamoci ha aggiunto Mollica – il semplice cittadino che, una volta reso pubblico l&rsquo;atto,&nbsp; cercher&agrave; disperatamente di capirci qualcosa. Non potendo perseguire la strada dei numeri ci si &egrave; ripiegati su un altro dato&nbsp; interpretativo che emerge in modo ineluttabile: la percentuale di realizzo delle previsioni. Analizzando questo dato, negativo al massimo, ci rendiamo conto che per alcune missioni, quali gli organi istituzionali, si &egrave; raggiunta una percentuale del 99,95%. Parliamo delle risorse umane, quindi dei pagamenti degli stipendi ai dipendenti. Oppure quando ripianiamo con 36 milioni di euro un disavanzo rispetto alla sanit&agrave; raggiungendo il 100%. Sarebbe facile alimentare l&rsquo;antipolitica che gi&agrave; impera ma a chi gioverebbe? Ritengo pi&ugrave; giusto, com&rsquo;&egrave; nel mio stile, assumermi le responsabilit&agrave; politiche del ruolo invitando il presidente Pittella a porre in essere, per il futuro, dei correttivi affinch&eacute; non si continui a perseverare negli stessi errori del suo predecessore che, con le dimissioni, ha prodotto il mancato raggiungimento degli obiettivi e quindi il fallimento della certificazione non solo dell&rsquo;Ente Regione con riflessi sull&rsquo;intera comunit&agrave;. Purtroppo, quando non si riesce ad intervenire sulle emergenze i risultati sono quelli che sono, l&rsquo;avanzamento della spesa poteva lenire situazioni che direttamente hanno inciso e continuano ad incidere sulle tasche dei lucani. A prescindere dal plauso della maggioranza e dalle dure critiche dell&rsquo;opposizione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il rendiconto regionale &ndash; ha concluso Mollica &ndash; al pari del rendiconto di tutti gli altri Enti, &egrave; il bilancio sociale di tutte le comunit&agrave;&nbsp; rappresentate. E, se il bilancio sociale vede all&rsquo;interno della realizzazione dell&rsquo;azione sui giovani una performance di tono minore e secondario rispetto al pagamento degli stipendi degli impiegati, vuol dire che qualcosa non funziona ed &egrave; giusto protestare. Non &egrave; pensabile che rispetto ad una crisi globale i lucani debbano subire anche l&rsquo;emergenza prodotta su un&rsquo;azione locale, in questo caso della regione. Il presidente deve porre in essere azioni che consentano l&rsquo;avanzamento della spesa soprattutto in quei settori che pi&ugrave; servono a questa Regione: rifiuti, ambiente, giovani, con azioni virtuose volte all&rsquo;occupazione, vero dramma di questo territorio. Diversamente, e auspico di no, dovr&ograve; prendere atto che la tanto invocata&nbsp; pittelliana &lsquo;rivoluzione democratica&rsquo; era soltanto una farsa per mascherare una continuit&agrave; non soltanto politica ma anche amministrativa capace di affondare definitivamente la nostra Regione&rdquo;.

    Condividi l'articolo su: