Relazione programmatica Pittella, concluso il dibattito

Nella seconda giornata di discussione sul programma illustrato dal Presidente della Regione sono intervenuti i consiglieri Romaniello (Sel), Leggieri (M5s), Spada, Robortella, Cifarelli (Pd), Pietrantuono (Psi), Mollica (Udc) e Napoli (Pdl-Fi)

Si &egrave; concluso oggi il dibattito sulle linee programmatiche illustrate la scorsa settimana dal presidente della Regione, Marcello Pittella. Dopo le riflessioni dei consiglieri Benedetto (Cd), Rosa (Lb-Fdi), Bradascio (Pp), Pace (Gruppo misto), Miranda Castelgrande, Santarsiero, Giuzio, Polese (Pd), Perrino (M5s) e Galante (Ri), espresse durante la seduta consiliare del 12 febbraio, il dibattito &egrave; proseguito oggi.<br /><br />Per il consigliere Giannino Romaniello (Sel) &ldquo;si &egrave; ripetuto un rito, quello del dibattito consiliare. Se rivoluzione democratica doveva essere &ndash; dice Romaniello &ndash; doveva partire proprio dalla eliminazione di questo rito. Il Presidente avrebbe stupito i lucani, viceversa, se fosse venuto qui illustrando le dieci proposte e, quindi, le dieci possibilit&agrave; di risoluzione dei problemi per dare una vera svolta: 1) riforma governance, 2) lavoro e welfare, 3) petrolio e ambiente, 4) scuola e formazione, 5) sanit&agrave;, prevenzione e diritto alla salute, 6) agricoltura, lavoro nero, non sommerso ed accoglienza, 7) povert&agrave;, inclusione sociale e sostegno al reddito, 8) rifiuti, energia e reti, 9) Fiat, salotti, sistema piccole imprese, 10) viabilit&agrave;, forestazione e territorio. Purtroppo, notiamo continuit&agrave; con il passato nel metodo, continuit&agrave; sul dibattito e, persino nel linguaggio. Ma per avere un orizzonte, per dare una speranza, occorre una visione di insieme, un progetto, un&rsquo;idea, un modello di sviluppo. Occorre avviare a sperimentazione il reddito minimo e sviluppare un confronto fuori da dinamiche di appartenenza e ideologiche, senza fare confusione tra reddito minimo e reddito di cittadinanza. E ancora, cosa si fa su Copes e ammortizzatori sociali? E&rsquo; indispensabile la proroga fino a giugno. Per quanto concerne il petrolio i fatti dicono che nelle aree dove si svolgono le attivit&agrave; non si assume manodopera locale. Eni, Total non hanno mai, insieme a Confindustria, rappresentato alla Regione i fabbisogni formativi, vivendo di un loro sistema come corpo indipendente rispetto al territorio. Le royalties vanno ricontrattate e Regione ed Enti locali devono essere un tutt&rsquo;uno, avere un&rsquo;unica strategia nei confronti delle compagnie petrolifere, in sintonia con le popolazioni. Ripensare, infine, la legge sulla reidustrializzazione. Lo sviluppo non lo si programma, ma lo si sostiene creando condizioni di contesto favorevole, a partire dalla semplificando delle procedure.&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La relazione programmatica non traccia la rotta che si intende percorrere, non indica gli obiettivi che si vogliono raggiungere e, soprattutto, non propone le soluzioni ai gravi problemi del territorio&rdquo;. A sottolinearlo il consigliere del M5s, Gianni Leggieri. &ldquo;Le ricette proposte &ndash; aggiunge – sono quelle gi&agrave; sentite che hanno dimostrato di non risolvere alcun problema, ma anzi di aggravare la situazione fino a costringere 20.000 lucani, negli ultimi dieci anni, a trovare condizioni accettabili di vita fuori regione. I problemi della Basilicata sono strettamente connessi e non &egrave; possibile pensare ad una soluzione di singole questioni. Occorre una visione di insieme che manca a questa maggioranza. Non &egrave; possibile pensare di promuovere i prodotti locali se si continuano a costruire discariche, inceneritori, ecomostri. La relazione programmatica si piega docilmente &lsquo;all&rsquo;invasione neo-colonialista&rsquo; che le multinazionali del petrolio stanno attuando in Basilicata, disegnando uno scenario di immutata depredazione delle ricchezze nazionali e di devastante impatto ambientale. Il movimento 5 stelle &ndash; ha affermato Leggieri – dar&agrave; battaglia ad una visione delirante di sviluppo che contempla solo produzioni irreversibilmente distruttive dell&rsquo;ambiente e del territorio. Non ci pu&ograve; essere agricoltura ed un comparto agroindustriale di eccellenza senza una vera tutela dell&rsquo;ambiente. E la filiera del petrolio, al pari di quella dell&rsquo;incenerimento dei rifiuti e dei mega impianti di bio-masse, bio-gomme, eolici e fotovoltaici interferiscono pesantemente su quella che &egrave; la vera ed autentica ricchezza della regione: il territorio, le risorse naturali, idriche, forestali, il paesaggio. E&rsquo; ipocrita parlare di sviluppo del turismo e dell&rsquo;agricoltura se non si tutela l&rsquo;ambiente. La Basilicata non &egrave; un&rsquo;isola felice, si registra un&rsquo;incidenza tumorale che supera la media nazionale e che continua a crescere, &egrave; una terra di nessuno dove il silenzio sulle cause e le responsabilit&agrave; &egrave; assordante. Il petrolio &egrave; tossico e dannoso per la salute e l&rsquo;ambiente in ogni sua fase, l&rsquo;inquinamento atmosferico delle acque e del suolo sono a livello altissimo. La filiera del petrolio non inquina solo l&rsquo;aria, ma, anche l&rsquo;acqua&rdquo;. &ldquo;Presidente, ha pi&ugrave; volte dichiarato di voler fare un uso intelligente del territorio. Belle parole &ndash; dice Leggieri &ndash; ma non accompagnate dagli strumenti necessari per la pianificazione territoriale. In Basilicata mancano un piano rifiuti, la zonizzazione degli idrocarburi e delle diossine, ma soprattutto il piano di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Cos&igrave; le compagnie hanno potuto ubicarsi ovunque in Val d&rsquo;Agri. &ldquo;Mi chiedo &ndash; afferma Leggieri &ndash; Presidente da che parte sta. Il Vulture ancora una volta &egrave; escluso, ma meriterebbe ben altro trattamento, cos&igrave; come la Lucania tutta. La sua &lsquo;rivoluzione democratica&rsquo; &ndash; conclude Leggieri – assomiglia, in realt&agrave; molto pi&ugrave; ad un progetto di oppressione e sottomissione dei lucani da parte di una ristretta oligarchia di privilegiati&rdquo;.<br /><br />&ldquo;La risposta alla crisi non pu&ograve; che essere di sistema&rdquo;. Lo ha affermato il consigliere regionale del Pd, Achille Spada facendo notare che &ldquo;l&rsquo;efficacia e l&rsquo;efficienza delle azioni da intraprendere per accompagnare l&rsquo;economia lucana fuori dalla crisi e rimetterla sul nuovo sentiero di sviluppo dipendono dalla capacit&agrave; dei vari attori locali di relazionarsi tra loro, sperimentando strumenti e iniziative a forte valenza territoriale che attivino e sostengano la fiducia e riducano l&rsquo;isolamento&rdquo;. Tra i temi affrontati quello dell&rsquo;agricoltura per il quale &ldquo;&egrave; necessario introdurre un ciclo di interventi prioritari al fine di incrementare la competitivit&agrave; delle imprese agricole, rivedere gli strumenti per il ricambio generazionale, privilegiare le innovazioni e attivare misure di promozione delle produzioni locali&rdquo;. &ldquo;Proprio il settore agricolo &ndash; ha sottolineato Spada &ndash; (penso alla cerealicoltura o ai panieri di prodotti mediterranei) pu&ograve; diventare il luogo di sperimentazione per una concertazione matura per le regioni del Sud Italia, utilizzando l&rsquo;iniziativa politica messa in campo dal presidente Pittella. Su questa strada si pu&ograve; interpretare in modo nuovo e fattivo il ruolo di cerniera che questa regione, per ragioni storiche e antropologiche oltre che di localizzazione geografica, si trova a dover svolgere, avviando cos&igrave; una nuova stagione di meridionalismo&rdquo;. Spada ha poi parlato di industrializzazione per il quale &ldquo;occorre un nuovo ciclo con forti azioni di sistema&rdquo;, della questione petrolio rispetto alla quale &ldquo;&egrave; necessario una maggiore presa di coscienza collettiva del contributo che la Basilicata offre all&rsquo;economia italiana e dello squilibrio tra il dare e l&rsquo;avere&rdquo;, di turismo facendo riferimento alla &ldquo;mancata individuazione di aree a specifica vocazione turistica che non facilita una maggiore selettivit&agrave; della spesa&rdquo;.<br /><br />&ldquo;A seguito della grande crisi che ha coinvolto l&rsquo;Europa, l&rsquo;Italia &egrave; stata investita da una straordinaria problematicit&agrave; economica, finanziaria e sociale e la Basilicata, che da tempo trascina dietro di s&eacute; fragilit&agrave; radicate nel proprio tessuto produttivo, criticit&agrave; strutturali storiche e forse mai compiutamente fronteggiate, vive quasi sospesa tra elementi di fragilit&agrave; e fattori di forza, tra persistenti arretratezze e potenzialit&agrave; silenti&rdquo;. E&rsquo; il pensiero del consigliere regionale del Pd, Vincenzo Robortella secondo il quale &ldquo;questo perforante divario si esprime principalmente nella difficolt&agrave; oggettiva di dare un futuro ai giovani lucani, di contenere le disuguaglianze sociali che divengono sempre pi&ugrave; evidenti ed insostenibili. Di fronte ad un tale scenario, la politica, noi tutti, siamo chiamati non semplicemente ad affrontare le difficolt&agrave;, ma a combatterle e vincerle con il contributo, impegnato ed incondizionato, di ciascuno di noi&rdquo;. &ldquo;La fiducia nelle istituzioni &egrave; il primo tassello che necessariamente dobbiamo recuperare ed invertire quel trend negativo reso esplicito prima dalla crescita di consenso nei confronti di nuovi momenti politici e poi dall&rsquo;alto tasso di astensionismo verificatosi nell&rsquo;ultima tornata elettorale&rdquo;. Rispetto alle politiche del lavoro Robortella ha parlato di alcune priorit&agrave;, l&rsquo;occupazione giovanile, la conoscenza e l&#39;innovazione, essenziali ai fini dell&#39;aumento della produttivit&agrave;. Rispetto al tema dell&rsquo;istruzione il consigliere il consigliere ha elencato alcune misure da attuare per rafforzare l&rsquo;Universit&agrave; di Basilicata (borse di studio anche per disabili, trasporti organizzati in funzione delle esigenze dei pendolari, l&rsquo;incremento dello sforzo edilizio per il polo di Matera, l&rsquo;apertura di nuovi corsi di studi che siano attinenti alle esigenze ed alle peculiarit&agrave; della regione quali un corso in Ingegneria del Petrolio o Geologia del Petrolio). &ldquo;In logica di sviluppo &ndash; ha concluso Robortella – ritengo sia importante partire dai nostri punti di forza al fine di favorire quel &lsquo;mix produttivo&rsquo; tra settori quali agricoltura, artigianato, turismo, industria, avendo come obiettivo generale una crescita economica trainata dall&rsquo;innovazione, dall&rsquo;avanguardia e dall&rsquo;export che in questi anni di crisi ha dato segnali favorevolmente positivi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Nelle linee programmatiche &ndash; a parere del consigliere del Psi, Francesco Pietrantuono – si trova la tensione a cambiare in specie verso due grandi questioni che minano la coesione sociale e territoriale della nostra regione. Da un lato la disoccupazione e le difficolt&agrave; economiche, e dall&#39;altro il grave dissesto idrogeologico. Abbiamo un gap di infrastrutture notevoli – sottolinea Pietrantuono – in specie ferroviarie e autostradali. Le chiavi sono l&#39;energia e l&#39;automotive. Tra le precondizioni dello sviluppo &ndash; dice Pietrantuono – la centralizzazione della programmazione partecipata. Europa &egrave; anche &ndash; secondo l&rsquo;esponente socialista – un diverso modello sociale e di politica industriale con pi&ugrave; regolazione e meno burocrazia. Un nuovo assetto socio-istituzionale, un grande piano di razionalizzazione, ridurre l&#39;utilizzo di risorse royalties per il finanziamento di spesa corrente, provando ad accorpare le varie misure di sostegno. Copes, mobilit&agrave; in deroga, vie blu e forestazione. Valorizzare i beni pubblici, dalle foreste e i boschi per le biomasse e il cippato, ai musei e beni paesaggistici. Servirebbe un&#39; Agenzia regionale per la valorizzazione dei beni pubblici. Servono interventi massicci sulla produttivit&agrave; dell&#39;impresa e interventi nuovi e coraggiosi in materia di formazione all&#39;imprenditoria. E&rsquo; indispensabile considerare la lentezza della burocrazia, mentre in agricoltura va innalzata l&#39;et&agrave; per il ricambio generazionale. Bisogna rimettere in moto il settore edilizio attraverso il modello &lsquo;Abitare Basilicata&rsquo;, portare a termine il piano paesaggistico regionale, mettendo a regime la Rete &lsquo;Natura 2000&rsquo; e completando il piano di creazione e messa in rete dei parchi regionali. Va rivisto il Piano energetico ed ambientale regionale, definendo su tutto il territorio regionale distretti energetici per vocazione. Sostegno ai giornali e all&#39;editoria su piani lettura specifici nelle scuole. Portare a termine la riforma della legge cultura. Bisogna creare un doppio fondo per il sostegno alle attivit&agrave; culturali. Un fondo per le iniziative culturali antropologiche, l&#39;altro a bando per le iniziative creative e innovative. La governabilit&agrave;, vale forse finalmente la pena di recuperare l&rsquo;insegnamento di Pietro Nenni, è assicurata dalla capacità dei partiti di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni della Nazione, di tutti quelli che nel nostro Paese vivono, studiano e lavorano (o sperano di lavorare). &Egrave; vero &ndash; conclude Pietrantuono – la sfida passa attraverso le donne e gli uomini, quelle straordinarie energie presenti in questa istituzione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;L&rsquo;analisi fatta dal presidente Pittella ci consegna un quadro drammatico della Basilicata nei settori economico e sociale&rdquo;. E&rsquo; il commento del consigliere regionale dell&rsquo;Udc, Francesco Mollica, il quale pone l&rsquo;attenzione su diverse questioni a partire dal nuovo Piano dei rifiuti all&rsquo;unificazione delle Ater, dall&rsquo;istituzione di un unico consorzio per lo sviluppo industriale allo snellimento delle procedure amministrative sino al consumo del suolo, sulle quali, dice, l&rsquo;Udc ha gi&agrave; iniziato a lavorare. &ldquo;Un libro dei sogni&rdquo; &egrave; cos&igrave; che Mollica definisce la relazione programmatica di Pittella che &ndash; afferma &ndash; &ldquo;non pone la giusta attenzione sul dissesto idrogeologico e sul patrimonio abitativo. Ambito, quest&rsquo;ultimo, che sar&agrave; oggetto di una nostra proposta di legge capace di creare lavoro e soprattutto di evitare la perdita di vite umane. Una proposta che sfrutterebbe organismi che la Regione ha gi&agrave;, come il Cris, Centro di competenza regionale per lo studio e il controllo del rischio sismico&rdquo;. &ldquo;Molta attenzione &ndash; prosegue Mollica &ndash; la porrei sulla razionalizzazione ed efficienza della spesa. Una volta la Basilicata era considerata la regione pi&ugrave; capace a spendere, adesso sembra una &lsquo;Caporetto&rsquo; con perdite di fondi in tutti i settori, dai SIN, ai GAL, al FEASR, alle infrastrutture (distretto G). Il consigliere dell&rsquo;Udc ha poi posto l&rsquo;attenzione sul settore dei trasporti facendo riferimento a misure non andate in vigore e ora riproposte come il biglietto unico e all&rsquo;istituzione dell&rsquo;Agenzia dei trasporti, &ldquo;esperienza gi&agrave; maturata in altre regioni come la nostra (l&rsquo;Umbria) che – afferma Mollica &ndash; sar&agrave; oggetto di una nostra prossima proposta di legge&rdquo;. Tra gli altri argomenti affrontati la formazione &ldquo;che pi&ugrave; che dare lavoro ai formandi &egrave; stato un affare per i formatori&rdquo; e il turismo archeologico che &ldquo;meriterebbe maggiore attenzione (il riferimento &egrave; a Matera, Melfi e Venosa)&rdquo;.<br /><br />Per Michele Napoli &ldquo;non c&#39;&egrave; pi&ugrave; tempo da perdere. La responsabilit&agrave; politica non pu&ograve; cancellarsi. Con la stessa dovremmo convivere e dovremo assumere un comportamento ed un agire politico che stia l&igrave; a testimoniarne la consapevolezza. E la testimonianza dovr&agrave; consistere nella pratica della verit&agrave;, del parlare chiaro, del dire le cose come stanno&rdquo;. &ldquo;Nel leggere la sua relazione programmatica &ndash; dice Napoli rivolgendosi al presidente Pittela – ho rivissuto l&#39;esperienza della precedente legislatura. I dati sui quali lei ha sorvolato sono quelli relativi alla contrazione della produzione industriale. Tutti gli analisti sostengono che in attesa della ripresa della domanda interna &egrave; l&#39;export il solo strumento attraverso il quale il tessuto produttivo pu&ograve; resistere alla recessione in atto. E, poi, i condizionamenti pi&ugrave; pericolosi: quelli del Pd, della coalizione che sostiene il Presidente e dell&rsquo;alta burocrazia che caratterizza l&#39;intera struttura regionale con un forte potere di veto se non di ricatto per la classe politica. Un aspetto quest&#39;ultimo su cui misureremo la sua idea di &lsquo;rivoluzione&rsquo;. La Basilicata ha bisogno di meno spesa pubblica improduttiva, di meno presenza della Regione nell&#39;economia. E si riveda il sistema degli aiuti alle imprese, non tralasciamo i processi di riqualificazione urbana e le medie infrastrutture. Diventa prioritario creare una macchina amministrativa pubblica pi&ugrave; efficiente attraverso una seria &lsquo;spending review&rsquo;, ormai non pi&ugrave; procrastinabile&rdquo;. Per Napoli il problema del credito alle piccole imprese non &egrave; congiunturale e solo parzialmente dipende dalla recessione. &ldquo;Il problema vero &ndash; precisa – &egrave; la dimensione e la loro sottocapitalizzazione che recano di per s&eacute; un rischio crescente in una economia ormai globalizzata proprio per via della scarsa visibilit&agrave; del mercato e conseguentemente dell&#39;evoluzione tecnologica. E poi si metta la parola fine al finanziamento di progetti slegati dai reali fabbisogni espressi dal mondo del lavoro e dalle vocazioni economiche dei territori. Progetti che nel migliore dei casi rispondevano a logiche assistenziali o rappresentavano dei meri parcheggi per i partecipanti&rdquo;. &ldquo;Insomma &ndash; conclude Napoli – &egrave; giunto &lsquo;il tempo del fare&rsquo;. Tocca alla politica dare l&#39;input al cambiamento. Noi senza confusione di ruoli daremo vita ad una opposizione severa nei giudizi ma aperta al confronto e responsabile&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Dobbiamo proporre un nuovo modello del fare che sia compreso e misurabile dai cittadini. Molto dipender&agrave; dall&rsquo;esempio che riusciremo a dare, ma anche da una nuova organizzazione della macchina amministrativa. E&rsquo; il tempo di dare un adeguato valore al merito, alla competenza, all&rsquo;esperienza. Un&rsquo;azione veramente riformatrice passa anche da questa strada&rdquo;. Cos&igrave; il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli, secondo il quale &ldquo;&egrave; necessario la creazione di posti di lavoro nei settori tradizionali e nelle nuove industrie del turismo, della creativit&agrave; e nella cultura; parole pi&ugrave; chiare nei confronti dei tanti lavoratori precari dell&#39;ente Regione; un ruolo strategico da assegnare al capitale umano e alla comunit&agrave; dei saperi; rinnovamento e concretezza attraverso l&rsquo;esempio di best pratics e sposare in un&#39;unica parola &lsquo;ricercapplicazionesviluppo&rsquo;&rdquo;. Cifarelli si &egrave; poi soffermato sul tema del turismo sottolineando che &ldquo;occorre puntare con decisione sulle aree trainanti, Sassi, aree protette e mare&rdquo; e sulla candidatura di Matera a Capitale europea della cultura 2019 ricordando che &ldquo;&egrave; un cammino che non riguarda solo una citt&agrave;, ma la Basilicata e l&rsquo;intero Mezzogiorno perch&eacute; propone un modello che prova a superare i rigidi confini culturali che ci portiamo dietro da troppo tempo, prova ad andare oltre le vecchie logiche degli interessi particolari, perch&eacute; prova a sconfiggere il tradizionale lamento delle comunit&agrave; meridionali&rdquo;. Rispetto al tema del petrolio per il capogruppo del Pd &ldquo;deve venire una risposta nuova e solida. Due sono le strade da percorrere con risolutezza e tenacia. Le compagnie petrolifere che estraggono o estrarranno in Basilicata devono investire in questa regione per realizzare e sviluppare loro attivit&agrave; diverse da quelle estrattive, per generare una consistente e diversificata domanda di lavoro, in grado di creare, nell&#39;arco di un biennio, 2-3mila posti di lavoro. Attivit&agrave; manifatturiere, servizi, ricerca sono settori nei quali le compagnie gi&agrave; operano, che possono e devono dislocare in Basilicata&rdquo;. &ldquo;Le cose da fare sono molte &ndash; ha concluso Cifarelli – ma dobbiamo evitare di disperdere in mille rivoli le poche risorse disponibili&rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

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