Referendum petrolio, Lacorazza: serve informazione corretta

Il presidente: “Nessun vuoto normativo in caso di approvazione dei quesiti, che non incidono sulle attività esistenti e non mettono in discussione i posti di lavoro. Per evitare allarmismi basta leggere le carte. Si faccia invece il Piano delle aree”

&ldquo;Nessun vuoto normativo in caso di approvazione dei quesiti referendari, che non incidono sulle attivit&agrave; esistenti e non mettono in discussione i posti di lavoro, come ha scritto il Corriere di Bologna ieri. Per evitare allarmismi basta leggere le carte. Si faccia invece il Piano delle aree, come previsto dallo sblocca Italia, e si discuta intorno alla strategia energetica nazionale che non &egrave; adeguata se solo si considera la quotazione attuale del greggio&rdquo;. Cos&igrave; il presidente del Consiglio regionale Piero Lacorazza commenta le notizie apparse ieri sul quotidiano emiliano, dove si ipotizza tra l&rsquo;altro che l&rsquo;abrogazione secca dell&rsquo;art. 35 del decreto sviluppo e dell&rsquo;art. 38 dello sblocca Italia aprirebbe un vuoto normativo e cancellerebbe alcune tutele fondamentali, come il divieto di estrazione con la devastazione tecnica del fracking.<br /><br />&ldquo;Niente di pi&ugrave; sbagliato&rdquo;, afferma Lacorazza che invita tutti &ldquo;a fare chiarezza sulla reale natura dei referendum proposti, che non determinerebbero alcun vuoto normativo, in quanto se cos&igrave; fosse sarebbero inammissibili. Ed invece i quesiti riguardano solo alcune parti della normativa, e la loro abrogazione riporterebbe automaticamente in vigore le norme precedenti. Il che significa ripristinare il divieto di ricerca ed estrazione del petrolio entro le 12 miglia dalla costa e restituire alle Regioni e agli enti locali la possibilit&agrave; di partecipare alle procedure autorizzative. Di questo si tratta, e non di altro&rdquo;.<br /><br />Il Corriere di Bologna parla del no dell&rsquo;Emila Romagna, della Sicilia e dell&rsquo;Umbria ai referendum proposti da altre dieci Regioni. &ldquo;Ma non &egrave; cos&igrave; &ndash; afferma ancora Lacorazza &ndash; perch&eacute; la stessa Regione Emilia Romagna, pur non avendo approvato l&rsquo;iniziativa referendaria ha chiesto al governo di riaprire il confronto con le Regioni per modificare le norme in questione, ritenendole confuse e inattuabili come lo stesso Corriere scrive. Mentre l&rsquo;Umbria non si &egrave; espressa sull&rsquo;argomento e la Sicilia li ha approvati non raggiungendo per&ograve; la maggioranza prevista. Ma c&rsquo;&egrave; anche la Lombardia, che ha gi&agrave; impugnato queste norme, mentre il presidente della Toscana si &egrave; espresso pi&ugrave; volte in maniera critica sullo sblocca Italia&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Che ci siano opinioni diverse su questa materia &egrave;, oltre che legittimo, piuttosto normale. Ma il confronto &ndash; conclude Lacorazza – deve partire da informazioni corrette. Per questo invitiamo i cittadini a consultare la pagina del nostro sito web dove sono disponibili le delibere con i quesiti referendari. Ed ho invitato i presidenti di tutti i Consigli regionali a fare altrettanto &rdquo;.<br />&nbsp;&nbsp;

    Condividi l'articolo su: