Reddito minimo, Rosa: programmi di formazione duplicati

Interrogazione del capogruppo di Lb-Fdi, per il quale la Regione Basilicata, negli ultimi tre anni ha già erogato, per la gran parte alla stessa platea, percorsi di formazione sui medesimi argomenti

&ldquo;I toni trionfalistici con i quali il neo assessore parla del Reddito minimo d&rsquo;inserimento ci hanno indotto ad un approfondimento perch&eacute; se a due anni dall&rsquo;approvazione ancora siamo ai corsi di formazione, ci sembra che ci sia poco da trionfare&rdquo;.&nbsp;E&rsquo; quanto afferma il capogruppo di Laboratorio Basilicata &ndash; Fratelli d&rsquo;Italia Gianni Rosa che ha presentato un&rsquo;interrogazione a risposta immediata &ldquo;per chiarire i non pochi dubbi&rdquo; suscitati dalla delibera della Giunta regionale n. 878 del 4 agosto 2017 che approva la proposta progettuale relativa agli &ldquo;Interventi formativi rivolti ai soggetti inseriti nel programma per un reddito minimo d&rsquo;inserimento D.G.R. 769 del 09/06/2015&rdquo;. Rosa chiede in particolare al presidente della Regione &ldquo;se ci possono essere violazioni di legge nel finanziare percorsi formativi nei confronti di soggetti che, in base ad altri programmi regionali, hanno gi&agrave; fatto quei percorsi formativi&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Tutti converranno &ndash; aggiunge Rosa – che la platea del reddito minimo &egrave; rappresentata dai fuoriusciti dalla mobilit&agrave; in deroga e da molti dei beneficiari del programma Copes. Il programma di formazione approvato con la Dgr n. 878 del 4 agosto 2017 prevede formazione, appunto, su: il mercato del lavoro, disciplina giuridica; gli attori; i sindacati e le organizzazioni rappresentative ed economiche dei datori di lavoro; tutela della salute e della sicurezza sul lavoro; l&rsquo;assicurazione infortuni e le nuove problematiche; il rafforzamento della capacit&agrave; di risoluzione dei problemi (tecniche di gestione del tempo, analisi dei problemi, ecc.); capacit&agrave; comunicative (comunicazione, gestione dei conflitti, ecc.). Tuttavia, sia i fuoriusciti dalla mobilit&agrave; in deroga che i beneficiari del programma Copes hanno gi&agrave; ricevuto formazione su tali ambiti. Parliamo dei percorsi formativi finanziati dalla Regione nel 2014 (Dgr n. 1299 del 28 Ottobre 2014), con 3.079.923,28 euro, per i ex percettori della mobilit&agrave; in deroga, e nel 2015 (Dgr n. 1056 del 10 Agosto 2015) con 800.000,00 euro, per gli ex Copes. In sostanza, la Regione Basilicata, negli ultimi tre anni ha gi&agrave; erogato, per la gran parte alla stessa platea, percorsi di formazione sui medesimi argomenti. Non solo. Nel caso degli ex Copes tale formazione era specificatamente prevista nelle medesime aree previste dal programma del Reddito minimo d&rsquo;inserimento: la valorizzazione dei beni culturali e artistici; la custodia e vigilanza; le attivit&agrave; ausiliare di tipo sociale a carattere temporaneo; i piccoli lavori di messa in sicurezza del territorio e di manutenzione del verde pubblico, dei monumenti, della viabilit&agrave;; la raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Al di l&agrave; del disagio di essere costretti a sedersi in aula per apprendere nozioni che i futuri beneficiari del reddito d&rsquo;inserimento dovrebbero gi&agrave; conoscere &ndash; continua Rosa -, perch&eacute; proprio la Regione Basilicata li aveva gi&agrave; formati&rdquo;, Rosa si chiede &ldquo;se questa spesa, che ammonta a 1.100.000 euro solo per pagare l&rsquo;Agenzia regionale &lsquo;Lavoro e Apprendimento&rsquo; (Lab), non potrebbe rappresentare danno erariale per le casse regionali&rdquo;. A suo parere, infatti, &ldquo;&egrave; come ammettere che i precedenti percorsi formativi non sono stati fatti seriamente&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Ancora brucia alla collettivit&agrave; lo scandalo che ha travolto 82 Comuni sui 97 coinvolti nel programma di contrasto alla povert&agrave; e all&rsquo;esclusione sociale, i Copes, costato 26 milioni di euro tra il febbraio 2011 e l&rsquo;agosto 2015 &ndash; afferma ancora l&rsquo;esponente di Fratelli d&rsquo;Italia &ndash; Alleanza nazionale – che ha fatto emergere come i beneficiari non frequentavano i corsi di formazione previsti n&eacute; svolgevano attivit&agrave; lavorative come la manutenzione del verde pubblico e delle strade o la tutela del patrimonio regionale, condizioni a cui in teoria era subordinato il contributo economico. Noi non vogliamo n&eacute; che si sperperino altri soldi pubblici n&eacute; che si compiano azioni illegittime per coprire le inadempienze del governo regionale. L&rsquo;assessore Cifarelli &egrave; sicuramente consapevole che vantarsi di spendere 1.100.000 euro per corsi di formazione non sia un gran traguardo; soprattutto se a ci&ograve; di aggiunge che questi soldi non andranno ai futuri beneficiari del reddito d&rsquo;inserimento ma all&rsquo;agenzia Lab. Soldi che, magari, sarebbero potuti servire ad altro. Magari proprio ai futuri beneficiari del Reddito minimo. O che si sarebbero potuti ridurre se fosse stata fatta una scrematura tra chi ha gi&agrave; frequentato corsi di questo tipo e chi no&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Inoltre, ricordiamo con profonda costernazione &ndash; conclude Rosa – quando i lavoratori in protesta d&rsquo;avanti la Regione definirono i &lsquo;corsi di formazione&rsquo; utili &lsquo;a ben altro&rsquo; che all&rsquo;obiettivo di &lsquo;formare per reinserire nel mondo del lavoro&rsquo; come una &lsquo;privazione della dignit&agrave;&rsquo;. O l&rsquo;assessore dimentica tutti gli incontri che ha fatto al presidio degli ex beneficiari della mobilit&agrave; in deroga fatti mentre era capogruppo del Pd? Noi non l&rsquo;abbiamo dimenticato. E soprattutto non abbiamo dimenticato che, al contrario di quanto afferma Cifarelli, il Reddito minimo non &egrave; una misura nuova per la Basilicata. Prima si chiamava Cittadinanza solidale e poi Copes e ha portato un danno erariale stimato in circa 26 milioni di euro. Speriamo non si ripeta in futuro&rdquo;.&nbsp;

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