Per il capogruppo di Pdl – Fi gli agricoltori hanno bisogno “di una pubblica amministrazione efficiente e moderna, meno ridondante ed oppressiva, con un’esigenza primaria: l’accelerazione del pagamento degli aiuti comunitari”
“Per il futuro dell’agricoltura lucana la questione centrale non è quella di individuare sei o più priorità, peraltro le stesse richieste dall’Unione Europea nella definizione della nuova Pac, quanto invece come raggiungere quegli obiettivi indicati oggi negli incontri di Potenza e di Matera che almeno sulla carta sono ampiamente condivisibili”: è il parere del capogruppo di Pdl – Fi in Consiglio regionale Michele Napoli.<br /><br />“Occorre, insomma – precisa l’esponente politico – una visione nuova dell’agricoltura lucana. Una visione che va declinata attraverso una progettualità di più ampio respiro, tale da coinvolgere tutti i segmenti del mondo agricolo, agro-alimentare, rurale, zootecnico, agrituristico e dei servizi all’agricoltura al fine di imprimere quella svolta culturale utile per accantonare definitivamente il sistema Basilicata edificato nel corso di questi anni, nel quale le forze produttive si sono limitate a chiedere alla politica di stare all'interno di percorsi garantiti piuttosto che migliori condizioni di contesto”.<br /><br />A parere di Napoli “gli agricoltori, come tutti gli altri settori dell’imprenditoria, hanno bisogno principalmente di una pubblica amministrazione efficiente e moderna, meno ridondante ed oppressiva, con un’esigenza primaria: l’accelerazione del pagamento degli aiuti comunitari. Per alcune misure del vecchio Psr – è il caso di ricordarlo oggi che si sta scrivendo il nuovo – sono stati necessari sino a 1000 giorni per incassare materialmente il contributo relativo al progetto di lavori realizzati. Un tempo che pesa come un macigno sulle aziende agricole specie quelle a carattere familiare o individuale, tenuto conto che il credito agrario è congelato da troppo tempo. Di qui la necessità che ho già espresso al presidente Pittella in occasione del dibattito in Consiglio sulla sua relazione programmatica di vedere sdoganato lo sviluppo attraverso le semplificazioni legislative e regolamentari, con una attenzione particolare ai piccoli operatori economici di tutti i settori che rischiano di asfissiare non per la competitività ma per le troppe regole spesso confuse. Oggi la competizione si gioca non solo a livello di imprese quanto anche e soprattutto a livello di sistema e questo significa che senza infrastrutture essenziali, di carattere viario e civile in primo luogo, le nostre aziende agricole non hanno alcuna possibilità di competere. In quest'ottica, quindi, diventa prioritario abbattere la burocrazia fine a se stessa, semplificare le regole, creare una macchina amministrativa pubblica più efficiente attraverso una seria "spending review" ormai non più procrastinabile”.<br /><br />Per Napoli infine “il partenariato sulla nuova programmazione agricola comunitaria 2014-2020 si costruisce prioritariamente attraverso il completamento della riforma della governance di settore che è solo iniziata con la nomina, finalmente, del commissario unico dei Consorzi di Bonifica, atteso adesso alla prova dei fatti, mentre la riforma dell’Arbea come ha dimostrato proprio oggi il lavoro di audizione in Terza Commissione presenta ancora non poche lacune da colmare al più presto”.