Chiarire ogni aspetto della vicenda, accertare la verità, capire cosa non ha funzionato, evitare sovrapposizioni e verificare se ci sia stata o meno l’esistenza di una “responsabilità di sistema”. Queste le richieste avanzate oggi dalla sesta commissione consiliare per la Tutela ambientale della Provincia di Potenza, presieduta da Severino Notarfrancesco, al presidente Nicola Pagliuca della Commissione d’inchiesta istituita dal Consiglio regionale della Basilicata per fare luce sulla vicenda dell’impianto Fenice di Melfi.
“Ritengo che in questa vicenda sia molto importante la collaborazione istituzionale. Il lavoro della commissione d’inchiesta si sta concentrando da un lato in una ricerca e in uno studio approfondito di tutta la fase, soprattutto amministrativa, precedente alla nascita del termovalorizzatore, dall’altro sulle attività vere e proprie dell’impianto. È chiaro che la questione Fenice – ha spiegato Pagliuca – rappresenta un test utile ad aprire anche altre finestre per monitorare situazioni simili sul territorio e vigilare affinché in questa regione ci sia uno sviluppo controllato”.
Posizione condivisa dalla sesta commissione provinciale che ha ringraziato Pagliuca, condividendone la metodologia e sollecitando, in particolare, che il lavoro utilizzato per garantire trasparenza sul caso Fenice diventi un prototipo di comportamento da replicare per tutte le altre situazioni di criticità ambientali presenti sul territorio. (r.a.)
BAS 05