"Già il 28 luglio 2011 il presidente Giorgio Napolitano definì di estrema urgenza la questione della giustizia italiana, lanciando un grido di dolore ribadito anche quest'anno in occasione della festa della Polizia penitenziaria, quando ha chiesto nuove e coraggiose soluzioni strutturali e gestionali”.
È quanto ha dichiarato il capogruppo del Pd Tommaso Samela, durante il Consiglio provinciale di ieri mattina che ha approvato all'unanimità il sostegno alla lettera-appello al presidente della Repubblica sul sistema della giustizia e sulla condizione carceraria in Italia, intitolata “Una questione di prepotente urgenza”, promossa dal Partito Radicale e firmata da oltre cento tra costituzionalisti e penalisti.
“L'appello – ha continuato il capogruppo Samela – va proprio nella direzione di una revisione del sistema-giustizia, caratterizzato da innumerevoli punti di criticità, con tribunali e uffici giudiziari al collasso, sommersi da procedimenti di ogni tipo e natura, e con 150 mila processi che ogni anno vengono chiusi per scadenza dei termini, determinando una sorta di “ amnistia di classe” costituita dalle prescrizioni, perché ne beneficia solo chi si può permettere economicamente un buon avvocato. Non è rinviabile, contestualmente, neanche il miglioramento della situazione carceraria che vive il paradosso del sovraffollamento: a fronte di una capienza di 44 mila posti, sono ben 67 mila i detenuti”.
“Al di là di necessari investimenti per nuovi istituti di pena, è indifferibile, tuttavia, l’adozione di misure alternative al carcere che tengano conto della sicurezza dei cittadini e della umanizzazione dell’esecuzione penale anche per contrastare il fenomeno senza sosta dei suicidi nei luoghi di detenzione (solo nel 2011 il bollettino è stato di 66 suicidi). In tale ottica – ha concluso Samela – anche l’amnistia, per i reati più leggeri lasciando fuori quelli più gravi, può cessare di essere vista come una bestemmia e diventare, invece, oggetto di un confronto serio e costruttivo, che aiuti tutti a ripartire da capo e ad imporre, sul tema giustizia, le “ragioni della ragione” sul “sonno della ragione”. Ma accanto ad una riforma organica del sistema-giustizia è opportuno, anche, tener presente che, come sostiene il giurista Paolo Grossi, “la legittimazione democratica dei giudici sta nella loro adeguata preparazione giuridica, nel loro sapere di diritto. E’ questo che pretende da loro la società, perché è in questa loro sapienza specifica che risiede la probabilità di un giudizio corretto”.
bas 08