“C’è una schiera silenziosa di piccoli grandi eroi, la cui opera quotidiana, tenace e convinta a difesa degli ideali di giustizia, verità e legalità, è stata più forte di violenza e rassegnazione. Eroi che hanno creduto e credono fermamente nella possibilità di consegnare una società migliore alle nuove generazioni”.
Lo ha dichiarato il presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza, in merito alla ricorrenza di domani dei 20 anni dall’attentato di via D’Amelio che uccise, il 19 luglio 1992, il magistrato Paolo Borsellino e 5 agenti della polizia di Stato che lo scortavano.
"Borsellino, come Falcone, è stato – ha continuato – un uomo capace di avere chiara davanti a sé un'altra idea di futuro e di lottare per realizzarla, restituendo alla società civile fiducia e speranza nello stato di diritto. L'energia e il coraggio di quei magistrati rivive in tanti eroi invisibili che ogni giorno, lontano dal clamore, combattono durissime battaglie per la conquista della libertà, spesso pagando un grande prezzo. Ne sono un esempio Concetta, Giuseppina e Lea: tre donne che hanno saputo dire di no alla "ndrina" , diventando il simbolo di una Calabria migliore. La costruzione di una società più giusta, fondata sul rispetto dell'altro e delle regole, è un processo che deve vederci tutti coinvolti e che soprattutto deve trovare nella scuola il terreno più fertile nel quale seminare, far attecchire e crescere la voglia di futuro. Ognuno, con le proprie risorse e il proprio ruolo, può contribuire al raggiungimento di quest'obiettivo. Nasce proprio da tale consapevolezza il progetto "Legalità come narrazione collettiva", un intervento formativo inserito dalla Provincia di Potenza nel programma di investimenti per la scuola "Abitare il futuro" e il cui scopo è quello di rendere visibile, partendo dall’esperienza e dalla riflessione degli studenti, il confine tra legalità ed illegalità, offrendo modelli di comportamento fondati sui principi della convivenza civile e sul rispetto delle regole".
“In questo ventennale dalla morte di Borsellino è forte – ha concluso Lacorazza – anche la richiesta di verità sulla trattativa stato e mafia. Una verità da ricercare nel pieno rispetto di prerogative ed equilibrio tra poteri, così come la Costituzione prevede. Nessuno al di sopra della parti ma nessuno al di sotto di garanzie costituzionali, soprattutto per chi rappresenta la Repubblica italiana”.
r.s.-bas 08