““Non ereditiamo il mondo dai nostri padri, lo prendiamo in prestito dai nostri figli”. Vorrei fosse questo il titolo di una “Carta della Sostenibilità” che il sistema istituzionale potrebbe adottare per portare la nostra regione fuori dalla crisi guardando ad Europa 2020, dotandosi cioè degli strumenti e delle politiche per rafforzare, proprio sul valore dell’ambiente e sulla tutela della salute, un patto democratico fra istituzioni e cittadini”.
E’ quanto ha dichiarato il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza.
“Dove vive bene un cittadino – ha affermato – vive bene un’impresa e le istituzioni sono chiamate a fare ogni sforzo per rassicurare i cittadini che ci chiedono di mettere a valore e tutelare un territorio capace di fare la differenza nei prossimi anni. La sostenibilità non è la mummificazione dell’ambiente, ma una strada da percorrere per dare senso allo sviluppo e per sostenere, attraverso la domanda pubblica, la ricerca, l’innovazione e le tecnologie applicate nella gestione dell’ambiente. La sostenibilità è democrazia e sviluppo.
L’Europa può aiutare a definire la direzione di marcia da intraprendere. Guardiamo ad esempio alla decisione del Parlamento e del Consiglio Europeo del 23 aprile del 2009 concernente gli sforzi degli stati membri di ridurre le emissioni di gas serra. Ogni stato assegnerà alle regioni una quota di riduzione. Per non far aumentare più di 2 °C la temperatura del globo rispetto ai livelli dell’era preindustriale, entro il 2050, dovremmo ridurre del 50% le emissioni di gas serra rispetto al 1990. In questo contesto si inseriscono direttive comunitarie come quella sulla prestazione energetica nell’edilizia oppure sulla definizione della cosiddetta “gerarchia del rifiuto”, sostenute dal principio in base al quale “chi inquina paga” e da quello della prevenzione piuttosto che della cura.
C’è insomma materia per riflettere e per sostenere ricerca, innovazione, tecnologia, settori economici che possono provare, con politiche pubbliche ben orientate, ad accettare la sfida dell’innovazione e della sostenibilità. A questa visione dobbiamo dare gambe e credibilità per non inciampare nei radicalismi e negli ideologismi, nella favola del “migliore dei mondi possibili”, che non si può costruire senza aver contribuito almeno a migliorare quello attuale. Questa sfida si può vincere, se diventa patrimonio comune della comunità e dei cittadini, se il pensiero si fa cultura, e se la cultura e il pensiero danno forza ai nostri atti quotidiani, al pragmatismo delle nostra scelte.
Così si declina il concetto della “Sostenibilità” per la democrazia e per lo sviluppo.
La Basilicata dovrà rappresentare un modello, affrontare con maggiore sistematicità e partecipazione questioni che sono nell’agenda delle istituzioni ma soprattutto nelle priorità e nelle preoccupazioni dei nostri cittadini. Serve una riflessione più profonda che chiami in causa lo stesso governo nazionale sul tema della bonifica delle aree interessate nei decenni passati dall’attività dell’industria chimica o sul ritardo (e qui bisogna riconoscere alla Regione una netta posizione) dello smantellamento dell’ITREC di Rotondella. Vicende e questioni anche laceranti che hanno riempito convegni e dibattiti, ma anche faldoni giudiziari ed inchieste che hanno segnato gli ultimi anni della vita istituzionale e politica della nostra regione.
Ma ci sarebbe da riflettere anche sulle basse percentuali di raccolta differenziata, la cui virtuosità non può risiedere nella logica del risparmio ma in quella di consegnare ai nostri figli un mondo avuto in prestito. Oppure, come stiamo facendo, aggiornare una riflessione a seguito dell’introduzione del SISTRI (sistema di tracciabilità dei rifiuti) e sulle modifiche alla quarta parte del Codice Ambientale. E, ancora, la vicenda che ha creato preoccupazione e fibrillazioni nelle popolazioni della Val d’Agri rispetto ai fenomeni che hanno interessato il Lago del Pertusillo. In un contesto in forte movimento, come quello attuale, tutti noi, con proprie funzioni e competenze, siamo chiamati a fare di più e meglio.
D’altra parte il concetto di sostenibilità è stato declinato nel rapporto tra posti di lavoro e termovalorizzatore ‘Fenice’ ai tempi dell’insediamento Fiat, o nel difficile percorso della coesistenza tra parco e petrolio in Val d’Agri. Tanto il dibattito sulla prospettiva della Fiat quanto la riapertura del confronto con il Governo e le compagnie petrolifere avvengono in un contesto di forte crisi economica e produttiva, in un momento nel quale la sostenibilità deve attualizzare il suo valore tra democrazia, tutele e sviluppo. Il tempo scorre: ciò che era sostenibile allora potrebbe non esserlo oggi oppure viceversa. E ancora: oggi il concetto di sostenibilità chiama in causa il privato attraverso l’utilizzo delle migliori tecnologie e il pubblico attraverso l’efficacia delle politiche e l’efficienza della macchina amministrativa. Un po’ di anni fa la sostenibilità aveva dei rilevatori e dei misuratori anche sociali e politici; oggi potrebbero essere diversi e più esigenti”.
“L’inaugurazione dell’osservatorio ambientale in Val d’Agri e la conferenza ‘Petrolio e Ambiente’ promossa dalla Regione Basilicata è senza dubbio – ha concluso – un’opportunità da cogliere per ampliare la gamma delle conoscenze e delle relazioni utili a ridefinire e rafforzare, almeno questo è il mio punto di vista, il concetto di ‘sostenibilità’. Ma questa sfida non sarà semplice e soprattutto richiama alla necessita di un ampio e profondo confronto per consegnare ai nostri figli il mondo che ci hanno prestato”.
BAS 05