Prov. Pz: Lacorazza interviene a Festival della Felicità 2012

“La crisi attuale è figlia di  anni in cui c'è stata accumulazione senza redistribuzione, crescita senza sostenibilità, profitto senza valori, con la convinzione, in particolare, che dal denaro si potesse produrre altro denaro. Siamo oggi chiamati ad avere la testa nel futuro ed i piedi dentro la crisi. Questo significa contribuire a portare il Paese fuori dalla crisi, con la forza dei territori. In tal senso il Benessere equo e sostenibile (Bes), nuovo parametro di riferimento definito dall’Ocse per misurare l’evoluzione complessiva di un Paese, acquista un significato particolare nel rapporto tra globale e locale. Le istituzioni e i territori rappresentano una dimensione troppo piccola, se raffrontata a quella globale, e il rischio di percepire come scarsamente incisive le proprie azioni ricade di conseguenza anche sulla capacità di controllo, decisione e partecipazione dei singoli cittadini, la cui sovranità può essere in parte inghiottita dal  processo di globalizzazione. Al contrario nel passaggio dal Pil (Prodotto interno lordo) al Bes le azioni locali possono restituire forza e valore al  pensiero globale”.
Con queste parole il Presidente della Provincia di Potenza Piero Lacorazza ha introdotto il suo intervento, partecipando, questa mattina presso la Facoltà di Economia di Urbino, alla cerimonia di apertura del “Festival della Felicità 2012”.
“Del resto – ha continuato – gli obiettivi che Europa 2020 ci pone, ovvero quelli di crescita intelligente, sostenibile, e inclusiva, e che il sistema delle Province ha fatto propri attraverso l’implementazione del Patto dei sindaci per gli obiettivi clima energia 202020, mirano proprio ad andare oltre gli indicatori quantitativi, come il Pil, per misurare il benessere complessivo su parametri più ampi e adeguati alle nuove sfide globali. Il tema dell’equità e della sostenibilità diventa dunque centrale nel valutare il benessere collettivo di un territorio, anche per scongiurare il rischio concreto, insito nella crisi economica e reso ancor più grave dall’indebolimento delle autonomie locali, di allargare le distanze e consolidare le diseguaglianze. Al netto di analisi sociologiche e politologiche, ritengo, dunque, che nella possibilità di avere come riferimento indicatori qualitativi, oltre che quantitativi, ci sia la possibilità per i cittadini di esercitare una parte di sovranità. Mentre in un territorio il Pil è meno misurabile, percepibile e verificabile da un cittadino come parametro di buona amministrazione e buona politica, indicatori sulla qualità della vita vengono invece decisamente avvertiti dalle comunità.  Questo vale in particolare per le nuove generazioni alle quali quando offri la possibilità di partecipare e contare, come e’ accaduto evidentemente in occasione degli ultimi referendum, non solo sanno scendere in campo ma possono determinare risultati inaspettati”.
“Se dunque, prendiamo ad esempio gli investimenti nella riqualificazione del patrimonio scolastico – ha concluso Lacorazza –  il fatto che la realizzazione di una nuova scuola innalzi il Pil non è certo immediatamente verificabile per uno studente, che al contrario, però, può  appropriarsi del controllo e dell'orientamento dei decisori pubblici sugli indicatori della sicurezza, dell'abbattimento delle barriere architettoniche, dell’innalzamento dell’efficienza energetica e, ancora, del potenziamento dell’offerta formativa”.  

BAS 05  

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