Prov.Pz, approvato odg contro soppressione del tribunale di Melfi

È stato approvato all'unanimità, nel corso della seduta del Consiglio provinciale di oggi, un ordine del giorno che impegna il presidente della Giunta provinciale Piero Lacorazza a chiedere direttamente e anche per il tramite della Regione Basilicata e dei parlamentari lucani, di mantenere tutti i presidi di giustizia, modificando il provvedimento che nella versione attuale prevederebbe la soppressione del tribunale di Melfi, in considerazione delle oggettive peculiarità presenti sul territorio caratterizzato dal contrasto tra la rilevanza delle superfici e la carenza infrastrutturale.
"In subordine, nel caso in cui le peculiarità del territorio regionale non dovessero giustificare la deroga – ha spiegato il vicepresidente e assessore provinciale all'Ambiente Massimo Macchia – assicurare che il Governo applichi i criteri previsti dalla legge delega, alla stregua di quanto avvenuto per tutte le altre regioni. Il tribunale di Melfi, esistente dal 1862, presiede l'area Nord della regione nella quale si trovano i paesi più popolati della provincia, oltre che la più grande area industriale del Mezzogiorno e si trova in una zona al confine con Puglia e Campania, con elevato rischio di infiltrazioni criminali da tali regioni.  Sussistono dunque ragioni oggettive, legate alla dimensione del territorio ed al  deficit infrastrutturale  (collegamenti viari e ferroviarie), che consiglierebbero  di mantenere tutti gli attuali presidi giudiziari, nel rispetto dei criteri e dei principi sanciti dalla legge delega, anche perché appaiono del tutto improbabili  gli obiettivi di riduzione della spesa".
"La presenza del tribunale e della Procura di  Melfi e l’efficace opera di contrasto svolta da questi presidi, ha consentito alla Basilicata di non essere consegnata alla malavita organizzata delle regioni limitrofe – ha affermato il presidente dell'Area programma Vulture-Alto Bradano, nonché presidente del Comitato interistituzionale costituito ad hoc per la vicenda del tribunale di Melfi, Michele Sonnessa (Pd) – che già in passato, in particolare  negli ultimi venti anni, ha determinato una guerra tra bande con decine di omicidi efferati. Senza dimenticare che il collegamento tra i due circondari Potenza e Melfi avviene quasi esclusivamente sulla strada a scorrimento veloce Potenza-Melfi, strada tra le più pericolose d’Italia, con centinaia di incidenti e decine di morti all’anno. Con  la mobilitazione generale prevista domani a Melfi si intende protestare contro un provvedimento ingiusto che colpisce un'area già spesso scippata".
"Quello di Melfi è un distretto memorabile – ha affermato il capogruppo Aurelio Pace (Gruppo misto) – la cui nascita del foro risale sin dal 1862, ben oltre 150 anni di storia, cultura e tradizione giuridica, in cui vide tra l’altro la nascita delle Costituzioni Federiciane antenate della nostra vigente Costituzione. E’ totalmente irrilevante per la spesa pubblica, la chiusura del Tribunale di Melfi, se si pensi che i costi di  gestione ammontano a circa 160 mila euro annui. Quanti soldi invece lo Stato dovrebbe stanziare per l’accorpamento del Tribunale di Melfi con quello di Potenza? Adeguamento delle strutture, ampliamento degli edifici, per non parlare anche della scarsa infrastrutturazione e della distanza dei territori".
Secondo i consiglieri Biagio Costanzo (Fdc), Angelo Lamboglia (Idv) Antonio Murano (Provincia Futuro), Antonio Rossino (Psi) e Ivan Vito Santoro (Sel), l'odg assume una notevole importanza perché non si inserisce in un dibattito sterile di guerra di campanile, ma pone una battaglia di civiltà a difesa dei presidi dell'intera Basilicata, della legalità e degli interessi dei cittadini.
Infine, il capogruppo Michele Destino (Pdl) ha messo l'accento sulle enormi difficoltà in cui si troverebbe il tribunale di Potenza, nel caso in cui chiudesse quello di Melfi, "considerato che già oggi il palazzo di giustizia del capoluogo presenta notevoli ritardi nello smaltimento del lavoro".

r.a.-bas 08

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