Il capogruppo Sel chiede alla Giunta che “si adeguino le politiche sociali nel suo complesso per meglio rispondere ai problemi delle nostre popolazioni”
“Dopo la proroga del programma Copes deciso oggi in Consiglio, attraverso l’impiego di 4 milioni di euro dal bilancio regionale, dobbiamo continuare l’impegno introducendo quegli elementi necessari per andare oltre la corresponsione del sussidio a circa 2.200 cittadini che vivono una condizione di forte disagio. Mi riferisco in modo particolare a tutta la parte riguardante la formazione, perché una cosa è lavorare per recuperare alla vita sociale, politica, civile questi cittadini e altra cosa è utilizzare risorse consistenti per mantenere in piedi un sistema formativo che va riformato. C’è dunque un insieme di misure ed interventi che necessitano di un profondo ripensamento”. E’ quanto sostiene il capogruppo Sel in Consiglio regionale, Giannino Romaniello rinnovando la sollecitazione che “il Consiglio torni a discutere di questo tema definendo con chiarezza la finalizzazione non delle risorse che vengono assegnate quanto piuttosto le modifiche da introdurre al progetto Copes.<br /><br />“L’emergenza sociale – continua il capogruppo Sel – va oltre i cittadini beneficiari del Copes e coinvolge settori sempre più ampi tra i quali i lavoratori con mobilità in deroga, con Ceg in deroga, ecc., con una platea complessiva che oramai sfiora le 8 mila unità. Perciò è necessario pensare di realizzare progetti mirati sul tema della riqualificazione urbana, della utilizzazione di questo personale per l'assistenza alle persone che ne hanno bisogno, un progetto speciale sul tema della raccolta differenziata. E' proprio l'Istat a rilevare che nel Sud sono il 46,2% le famiglie a rischio povertà ed esclusione sociale, di cui il 38,5% non possono permettersi spese impreviste per 800 euro, il 12,3% un pasto almeno ogni due giorni e il 17,9% un adeguato riscaldamento in casa”.<br /><br />“Credo che quello del contrasto a fenomeni di vecchia e nuova povertà debba essere un impegno del Consiglio, superando i troppi casi come quello del ‘reddito ponte’, che a fronte di risorse cospicue rischia di non produrre alcun posto di lavoro. Alla Giunta chiediamo pertanto – conclude – di adeguare le politiche sociali nel suo complesso per meglio rispondere ai problemi delle nostre popolazioni”.<br />