Prinzi e Macchia (Idv), sì a Comitato referendum legge elettorale

Il capogruppo di IdV alla Provincia di Potenza Vittorio Prinzi e il vice presidente della Provincia Massimo Macchia (IdV) hanno aderito all’iniziativa promossa dal Comitato nazionale per la modifica dell’attuale legge elettorale e alla campagna “riprendiamoci il voto”.
“Pur prendendo atto che da parte del prof. Stefano Passigli, promotore del Comitato, è stata annunciata una moratoria nella raccolta delle firme, con l’obiettivo di individuare convergenze con iniziative analoghe assunte in particolare da 60 deputati del Pd, l’iniziativa referendaria – sottolineano Prinzi e Macchia – sarà rilanciata in settembre ed ha bisogno di un’accelerazione per la raccolta delle firme per prepararci comunque ad eventuali elezioni politiche anticipate che non devono avvenire con la “legge Porcellum ma con un sistema realmente democratico espressione della volontà popolare”.
Nel sottolineare che “la campagna referendaria si caratterizza come iniziativa della società civile” gli esponenti di IdV sostengono che “i singoli esponenti politici che aderiscono devono riconoscere la titolarità del Comitato nazionale al quale affiancare, come è accaduto in Basilicata, un Comitato regionale e al tempo stesso sviluppare un’iniziativa di dibattito e confronto tra i cittadini e sul territorio per costituire un vero e proprio movimento e ridare ai cittadini la scelta dell’eletto in Parlamento. La legge elettorale in vigore – evidenziano Prinzi e Macchia – prevede uno sproporzionato premio di maggioranza da attribuire non più al partito ma alla coalizione vincente, un’infinità di soglie di sbarramento in base al grado di coalizione dei partiti e soprattutto l’impossibilità, non più accettabile, per gli elettori di scegliere i propri rappresentanti, cancellando il rapporto fiduciario tra eletti ed elettori e condizionando pesantemente il rapporto tra Parlamento e Governo. Come è stato sottolineato da più parti siamo di fronte ad un furto di sovranità ai danni del popolo e a favore delle liste bloccate con le quali si decidono a tavolino chi debba occupare i banchi dei due rami del Parlamento”.
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