"Nella settimana appena trascorsa si sono seguiti interessanti appuntamenti, tra loro strettamente legati, poichè ci richiamano tutti ad un medesimo tema ed obiettivo, denominatore comune: il futuro della nostra comunità regionale affidato alla responsabilità politica della gestione delle nostre risorse". Così Vittorio Prinzi, presidente Associazione Bene Comune Viggiano.
"E mi riferisco in particolare – aggiunge – alla presentazione a Viggiano del Local Report 2014 ENI in Basilicata, alla pubblicazione sulla stampa dell’ammontare delle royalties versate dalle compagnie petrolifere a Regione e Comuni lucani sulla produzione petrolio e gas 2014 e alla discussione con De Rita sullo studio realizzato dal Censis e dal Centro Studi Uil Basilicata “Il valore dei beni comuni lucani”: acqua, petrolio e patrimonio forestale. Il denominatore comune delle tre iniziative è il petrolio, ricchezza non più rinnovabile, dal valore enorme, se si considera che in 15 anni ha prodotto per Regione e Comuni un miliardo e mezzo di royalties, e almeno altri due miliardi potrebbe produrne, nei prossimi 10 anni di estrazione, insieme ai proventi IRES. Ma di fronte a tanta ricchezza occorre uscire dalla doppiezza, dalle ambiguità e dal vuoto di programmazione che connota l’intera questione petrolio".
"Se si vuole uscire dalla “stretta” petrolio, occorre da subito – sostiene ancora Prinzi – affrontare il tema di uno sviluppo parallelo ed alternativo, promesso e invocato da tempo, con le risorse provenienti dal petrolio stesso". "Qui sta appunto l’altra questione e tutta l’altra ambiguità che caratterizza la politica del fare della Giunta Regionale, che sul 3% delle royalties (ex bonus carburanti) insieme al MISE sembra programmarne la destinazione, arrovellandosi sui mille usi e scoprendo che la coperta è corta. Ma mai fa riferimento alla disponibilità del 5,5%: dove è finito? Perché non se ne parla? Si preferisce forse tenerlo nascosto nelle pieghe del bilancio regionale e per i “bisogni” della spesa corrente? Quel 5,5%, erogato per l’anno 2014, che ammonta a 142,8 milioni di euro alla Regione e 25,5 milioni di euro ai Comuni beneficiari diretti delle royalties (Viggiano, Calvello, Grumento Nova, Marsico Nuovo, Montemurro e Marsicovetere), continua ad alimentare quel flusso di denaro utilizzato da quindici anni in modo assolutamente inefficace e scellerato: ben un miliardo e mezzo circa, di cui circa un miliardo e trecento milioni di euro alla Regione Basilicata".
"Ha ragione, pertanto, Giuseppe De Rita, il quale ha sostenuto, riferendosi ai proventi del petrolio, che l’attuale meccanismo di distribuzione ed impiego delle risorse sul territorio, non è finalizzato ad un piano di fuoruscita dallo svantaggio regionale, poiché privo di una programmazione che privilegi il sostegno a infrastrutture materiali ed immateriali. Questo mi porta a riflettere, come aggiunge criticamente lui stesso, che la nostra storia vive di eventi, che lasciano il tempo che trovano, e non di processi, che invece creano le cose nuove e il futuro. Tutte e tre le circostanze – conclude – ci fanno ragionare su un futuro tanto sognato e da tempo dai lucani, quanto tradito da chi ha la responsabilità di gestire efficacemente le risorse della loro terra".
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