Primarie Centrosinistra, Pdci: motivazioni della partecipazione

Le ragioni politiche della scelta del Pdci di partecipare al percorso delle primarie della coalizione "Italia bene comune", dando indicazione di voto per Nichi Vendola, “il candidato più marcatamente di sinistra”, e qualora vi fosse un secondo turno delle primarie (e qualora Vendola non vi giungesse) a sostenere la candidatura di Pierluigi Bersani, sono state illustrate ai giornalisti in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il segretario regionale Giovanni Soave, l’on. Pino Sgobio della segreteria nazionale, Giacomo Nardiello e Francesco Castelgrande.
I comunisti lucani – ha detto Soave – sono coerentemente in un rapporto di collaborazione con il centrosinistra in Regione come in tanti enti locali, pertanto per noi la scelta è l’unica che ci consente di evitare di essere rintanati in una sorta di “riserva indiana”. La sinistra ha necessità di contare di più e di pesare di più sulle politiche che si determinano a livello regionale e nazionale. Di qui – ha continuato il segretario del Pdci – la volontà di provare a concludere un accordo con il centro-sinistra per scongiurare lo scenario di un Monti-bis e l'imposizione delle sue politiche antipopolari. Per ora il Prc ha assunto un’altra posizione ma la federazione della sinistra non è sciolta e noi contiamo di rilanciarne la presenza sul territorio.

Per l’on. Sgobio "non si tratta di un ritorno nel centrosinistra, a distanza di cinque anni, perché cinque anni fa fu Veltroni a mettere fuori i comunisti dalla coalizione con i risultati noti a tutti per aver consegnato il Paese al centrodestra berlusconiano. Guardiamo con attenzione ala Carta d’Intenti voluta da Bersani e Vendola che rappresenta se non proprio la condizione per una svolta radicale almeno per raddrizzare la barra verso la difesa dei diritti dei lavoratori e dei ceti sociali più deboli. Quanto a Monti, mi torna in mente quando Pajetta rimproverava Berlinguer di una “velocità di leadership” passando da semplice iscritto a componente della direzione nazionale. Monti in poco tempo è diventato senatore a vita e Premier, una sorta d “foglia di fico” per evitare una democrazia extraparlamentare. Si tratta adesso – ha continuato Sgobio – di tornare all’autentica democrazia parlamentare e puntare alla crescita e meno al rigore, all’occupazione e alla tutela del welfare. Anche sui costi della politica bisogna fare chiarezza: un decennio fa ad un bracciante della mia terra come Domenico Cazzato è stato possibile diventare deputato. Non vorremmo che invece in Parlamento possano sedere solo tanti Berlusconi, Della Valle, Montezemolo, Ghedini e Pecorella. No agli sprechi e ai privilegi e sì a costi per i partiti che fanno realmente politica di servizio dei cittadini e non per professione".

BAS 05 

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