Prestazioni specialistiche e ambulatoriali, audito Martorano

La IV Commissione, presieduta da Straziuso, ha chiesto la revoca o la sospensione del provvedimento con il quale la Giunta regionale ha recepito le disposizioni del Decreto ministeriale del 18/10/2012

La revoca o la sospensione del provvedimento con il quale la Giunta regionale ha recepito le disposizioni del Decreto ministeriale del 18/10/2012, relativamente alle tariffe fissate per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale, compresa la diagnostica strumentale e di laboratorio. E&rsquo; quanto hanno chiesto i componenti della IV Commissione consiliare, presieduta da Gennaro Straziuso (Pd), tornata ad occuparsi del provvedimento nel pomeriggio di ieri.<br /><br />Dopo l&rsquo;audizione della scorsa settimana dei rappresentanti delle Associazioni Anisap Basilicata, Sanit&agrave; Futura, Federbiologi, FederLab e Fe.Na.S.P. sulla materia, &egrave; tornato ad essere audito l&rsquo;assessore alla Sanit&agrave;, Attilio Martorano, il quale sottolineando la complessit&agrave; della materia, ha prima di tutto fatto presente che a livello nazionale si &egrave; in attesa del pronuncia del TAR del Lazio (il 16 luglio prossimo, infatti, il giudice amministrativo si pronuncer&agrave; sulla legittimit&agrave; e sulla congruit&agrave; dell&rsquo;elenco delle tariffe individuate dal Governo centrale) e che il provvedimento non ha il parere positivo delle Regioni non avendo recepito diverse osservazioni da esse sollevate in sede di dibattito nazionale. &ldquo;Il provvedimento che vale un impegno economico di 9 milioni di euro – ha fatto notare l&rsquo;Assessore – e che modifica le tariffe specialistiche ambulatoriali, per i ricoveri, lungodegenze e per le prestazioni specialistiche, non riguarda solo i privati ma anche il pubblico, e quindi tutto il sistema sanitario regionale. 630 le prestazioni che restano invariate pari al 37%, 566 quelle variate, pari al 33% e quelle diminuite 506, pari al 30%. Se non avessimo voluto seguire la strada indicata dal Governo centrale (le Regioni non commissariate non avevano l&rsquo;obbligo di adottare il provvedimento) &ndash; ha precisato Martorano &ndash; chiara la soluzione: provvedere autonomamente, aprendo un capitolo pari a 9 milioni di euro da recuperarsi da risorse proprie nel bilancio regionale&rdquo;. Oltre l&rsquo;impegno a riferire in Giunta regionale quanto emerso in Commissione, Martorano ha parlato nel caso di pronunciamento contrario del Tar e di non ritiro del provvedimento da parte del Governo centrale di una possibilit&agrave; di riequilibrio dell&rsquo;atto, per evitare fratture pi&ugrave; forti&rdquo;. &ldquo;Sia chiaro &ndash; ha concluso &ndash; che la sanit&agrave; privata non &egrave; il nostro nemico, e chi vi &egrave; un&rsquo;attenzione alta e continua affinch&eacute; l&rsquo;intero comparto, in Basilicata, sia sempre in equilibrio&rdquo;.<br /><br />Articolato il dibattito che ne &egrave; seguito. Per Di Sanza (Pd) il provvedimento andrebbe revocato. &quot;Piuttosto che un &lsquo;obbedisco&rsquo; al Governo nazionale &egrave; giusto fare uno sforzo cercando nelle maglie degli sprechi risorse per poter dare risposte ai bisogni dei cittadini. Non &egrave; neanche pensabile che altre persone possano perdere il posto di lavoro&rdquo;. Anche per Mollica (Udc) il provvedimento andrebbe ritirato. &ldquo;Ci&ograve; che a noi interessa &ndash; ha precisato &ndash; &egrave; che il rischio di chiudere la propria attivit&agrave; per taluni imprenditori e di essere licenziati per diversi lavoratori venga attentamente valutato e scongiurato. Se ci deve essere un costo da sostenere, vorr&agrave; dire che lo sosterremo come Regione&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il provvedimento, non di ordinaria amministrazione, con il presidente della Giunta regionale dimissionario e il Consiglio regionale deligittimato andrebbe ritirato&rdquo;. Questo per Mazzeo Cicchetti (Gm), il quale invita la Giunta regionale a non procedere per gli effetti notevoli che si andrebbero a determinare con la tenuta del provvedimento e ad interpretare i bisogni della collettivit&agrave;. &ldquo;E&rsquo; vero &ndash; ha sottolineato &ndash; che se non accettiamo l&rsquo;orientamento del Governo dovremmo rifondere noi, ma questa &egrave; politica sanitaria. Ci&ograve; che &egrave; da evitare assolutamente &egrave; la perdita di posti di lavoro&rdquo;. &ldquo;Se la delibera rimane cos&igrave; come &egrave; &ndash; ha affermato Giordano (Pdl) – si intaccano anche i principi di appropriatezza e di economicit&agrave;. La chiusura di laboratori in aree interne si tradurrebbe in liste di attese pi&ugrave; lunghe e disagi non indifferenti per i cittadini. E&rsquo; dunque necessario ritirare la delibera e tutelare il riequilibrio con il prezioso strumento della concertazione&rdquo;. Per il consigliere Vita (Psi) occorre sospendere l&rsquo;atto e rinviare il tutto ad un momento pi&ugrave; sereno, quando ci sar&agrave; la politica nelle piene possibilit&agrave; di valutare e operare. &ldquo;Il provvedimento, cos&igrave; come &egrave;, mette in discussione la tenuta sociale, avvantaggiando laboratori che probabilmente hanno risorse per sopravvivere e creando problemi alle piccole realt&agrave; che vedono restringersi il ranger di assegnazione di risorse&rdquo;.<br /><br />&ldquo;E&rsquo; necessario avviare un confronto &ndash; ha affermato Romaniello (Sel) per evitare la chiusura di strutture. Dobbiamo tentare di comprendere, con dati alla mano, quante strutture con questo provvedimento riescono a stare in equilibrio, quanto andrebbe a ricavare in pi&ugrave; e quanto in meno e poi fare una riflessione sui costi delle prestazioni. La strada, se non decidiamo di condividere l&rsquo;atto, &egrave; la sospensione&rdquo;. Il consigliere Navazio (Gm) ha anche lui fatto riferimento alla natura dell&rsquo;atto &ldquo;che sicuramente non &egrave; urgente e che quindi non andava fatto&rdquo; e ha sottolineato l&rsquo;esigenza di un riequilibrio delle tariffe prestazionali. Nell&rsquo;evidenziare che il problema non riguarda solo la sanit&agrave; privata ma anche il pubblico, Navazio ha invitato a &ldquo;fare una riflessione pi&ugrave; approfondita affinch&eacute; tutto il sistema venga rivisto&rdquo;.<br /><br />Il presidente Straziuso ha ribadito che la Commissione assume una posizione chiara e univoca su una materia davvero complessa e delicata, in quanto va a condizionare in un modo o nell&rsquo;altro l&rsquo;equilibrio di realt&agrave; che prima di tutto offrono servizi alla collettivit&agrave; e che producono lavoro. Nell&rsquo;evidenziare che il provvedimento in questione presenta una serie di criticit&agrave; sin dalla sua nascita (tanto &egrave; vero che la Conferenza delle Regioni non lo ha approvato), Straziuso ha fatto presente quanto da tutti messo in risalto: &ldquo;che si evitino disagi alle fasce deboli del panorama sanitario&rdquo;.<br />Infine, la Commissione ha espresso parere non favorevole sul piano annuale delle attivit&agrave; educative e culturali in attuazione del Piano triennale.<br />Ai lavori erano presenti i consiglieri Romaniello (Sel), Navazio, Mazzeo Cicchetti e Venezia (Gm), Scaglione (Pu), Mollica e Mancusi (Udc), Di Sanza (Pd), Giordano (Pdl) e Vita (Psi).<br />&nbsp;&nbsp;

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