“Nel ringraziare di cuore Francesca Scopelliti, presidente della “Fondazione per la Giustizia Enzo Tortora”, che ha voluto sottoscrivere la lettera-appello a sostegno di una mia candidatura alla Presidenza della Regione, voglio nel contempo provare a dare una risposta a una cara amica che in queste ore mi ha chiesto se avessi intenzione di candidarmi”.
E’ quanto si legge in una nota diffusa da Maurizio Bolognetti.
“Non escludo niente- scrive Bolognetti – stiamo dicendo che metto a disposizione una storia fatta di lotte in difesa dello Stato di diritto, della democrazia, dei diritti umani, del diritto umano e civile alla conoscenza. Una storia radicale, antiproibizionista, ecologista, nonviolenta. La storia di chi ha capito, grazie a Marco Pannella, quanto sia vero che la strage di diritto e legalità ha per inevitabile corollario nella storia la strage di popoli. A chi vorrebbe una buona ragione per sostenere questa proposta di candidatura lanciata da due cari compagni, Filomena Gallo e Marco Cappato e sostenuta al momento da oltre 140 sottoscrittori, chiedo di ascoltare gli interventi che ho tenuto in occasione delle inaugurazioni dell’Anno giudiziario e di leggere la proposta e la denuncia contenuta nei libri che ho scritto per Reality Book. La verità è che è sempre difficile parlare di se stessi, ma per fortuna a parlare della politica a cui ho dato corpo in questi anni c’è una pioggia di dichiarazioni di sostegno che, lo confesso, mi ha commosso e mi sta dando grande forza. Verrebbe da definirla una trasfusione di energia, delle tante energie positive e inespresse di questa nostra Lucania che, mi piace ricordarlo, ha dato i natali a Giustino Fortunato, Francesco Saverio Nitti e Mario Pagano. E pensando a Mario Pagano mi viene da dire che oltre due secoli fa, questo nostro grande giurista e filosofo parlava di fatto di overshoot day. Non userò la frase abusata “bene comune”, ma dico che vorrei cimentarmi nel governo del territorio. Quel territorio che ho provato a governare pur non detenendo mai un briciolo di potere. Governare, per esempio, quel dissesto idrogeologico che è figlio del dissesto ideologico di un Paese impantanato nelle sabbie mobili dell’antidemocrazia e della “democrazia reale”. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è di credenti in altro dal potere per il potere. Il potere – conclude Bolognetti – è un mezzo non un fine e verrebbe da aggiungere che i mezzi prefigurano i fini. Ora più che mai, di fronte alla marea montante di gente che non riesce ad onorare le Istituzioni, la Costituzione, la Legge, è necessario tornare alla politica e alla nobiltà della politica. Abbiamo bisogno di riguadagnare slanci e idealità perdute”.