Presentata a Matera una fiaba sulle nuove dipendenze

“La lunga notte del tempo” è un racconto fantastico, scritto dalla psicoterapeuta Francesca Antonella Amodio, per spiegare a bambini e adulti i rischi legati alle nuove dipendenze,  il disturbo delle dipendenze da Internet e il gioco patologico. Una fiaba come strumento importante per promuovere una campagna di sensibilizzazione nelle scuole lucane, da parte dell’assessorato alle Politiche della persona della Regione Basilicata.  Ieri sera il libro è stato presentato a Matera, presso la Fondazione “Le Monacelle” , alla presenza dell’autrice, con gli interventi di Patrizia Di Franco, dirigente scolastico dei licei artistico e classico di Matera, Nicola Montemurro, presidente dell’associazione “Giallo Sassi”, Felicia D’Anna, presidente AIF, Associazione Italiana Formatori, Brunella Guida, Life & Buisness Coach, Giuseppe Benevento, responsabile del Centro di Counseling presso l’ASM Ser.D di Matera, Antonio Candela, Editrice Universosud e Gabriella Bulfaro, che ha curato le illustrazioni.
Immagini color pastello dai tratti semplici e immediati raccontano la storia di un bambino, Assan, che diventa vittima di un mago, che entra nella sua testa, nella sua vita, rubandogli un dono prezioso : il tempo.
“Le nuove dipendenze- ha spiegato Giuseppe Benevento – non sono legate al’utilizzo di sostanze, ma all’adozione di comportamenti sbagliati che entrano in maniera subdola nella vita delle persone , assorbendo completamente tutte le loro energie e attenzioni. Per proteggersi e difendersi da questa pericolosa spirale- ha continuato il responsabile dell’ ASM Ser.D – è necessario innanzitutto avere  consapevolezza di quanto sta accadendo, dando valore alle relazioni sociali “sane” con le persone, gli amici e gli affetti”.
“ Ho scritto una favola per parlare delle nuove dipendenze ai bambini” – ha precisato  Francesca Antonella Amodio. “Il mio vero obiettivo è arrivare agli adulti. Sono i genitori che devono porre attenzione ai comportamenti dei più giovani. Vi sono dei segnali precisi da cogliere – ha continuato la psicoterapeuta – come stanchezza la mattina prima di andare a scuola, perché il bambino o ragazzo ha giocato di notte con l’Ipad, nervosismo e irascibilità quando viene sottratto il gioco e soprattutto la perdita del desiderio di stare con gli altri”. Chi è vittima di una dipendenza- ha concluso l’autrice – perde il potere di scelta, perciò in questi casi gli educatori non devono giudicare e imporre quello che non si deve fare, ma intervenire, innanzitutto con il buon esempio, attirando l’attenzione di chi soffre verso il bello e le attività positive”.
Nel corso dell’incontro Fabio Spada, studente del Liceo scientifico di Matera ha letto alcuni brani del testo “La lunga notte del tempo”, inoltre è stato stimolato un dibattito con alcune insegnanti  presenti in sala, che hanno sottolineato come il fenomeno delle nuove dipendenze sia sempre più diffuso nelle scuole, manifestando le difficoltà che incontrano nel rapporto con le famiglie degli studenti. I genitori spesso hanno un atteggiamento di rifiuto nei confronti del problema o di completa impotenza. Atteggiamenti errati, in quanto per aiutare chi soffre da dipendenza da Internet e dal gioco patologico è fondamentale fare rete tra insegnanti, famiglie e amici.

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