Potenza: Uil, ecco quanto incide affitto casa su reddito

Il costo mensile medio dell’affitto di un appartamento di 70 mq a Potenza può incidere sino al 22% del reddito familiare e raggiunge la media di 352,33 euro al mese; per l’acquisto della stessa tipologia di appartamento la quotazione media è di 118.708,30 euro con sensibili rialzi per le aree centro (più 25%) e semicentro (più 15%).
Il canone di locazione varia da 439,25 euro in centro, a 327,25 euro in semicentro, sino a 290,50 euro in periferia.
In raffronto agli altri capoluoghi di regione l’incidenza massima del costo dell’affitto sul reddito familiare a Potenza è vicina a quella che si registra a Palermo, Catanzaro, Perugia ed Aosta.
Sono questi i dati più significativi che emergono dal 6° rapporto UIL “famiglia – reddito – casa”, elaborato dal Servizio Politiche Territoriali della Uil. Lo studio che monitora il disagio abitativo delle diverse tipologie di famiglie residenti nelle città capoluogo di regione, ha analizzato nel I e nel II semestre 2010 tre aspetti: il valore degli immobili, il valore di locazione delle abitazioni e l’incidenza del costo degli affitti sui redditi . L’indagine riscontra una forte differenza tra città e città, tra nord e sud, piccole e grandi città capoluogo di Regione.
“La marginalizzazione della tematica fin dagli anni Novanta sul tema del disagio abitativo – commenta il segretario generale regionale della UIL della Basilicata Carmine Vaccaro – è riconducibile alla convinzione che questo disagio riguardasse segmenti ridotti e particolari del corpo sociale (parte della popolazione in affitto, anziani, immigrati) e che la gran parte della popolazione, proprietaria della propria abitazione, fosse al riparo da questa tipologia di disagio. Le analisi più aggiornate tendono invece a dimostrare come cresca, negli anni recenti, l’incidenza dei costi abitativi sul reddito delle famiglie lucane.
Il disagio abitativo – aggiunge – è una faccia della nuova “questione sociale” che si va delineando a seguito delle intense trasformazioni nella società avvenute. Ne è esempio l’indebolimento della funzione del lavoro come canale principale d’integrazione sociale e d’eventi precipitanti, che rendono possibile l’ingresso di molte persone nella marginalità sociale con la perdita del posto di lavoro, lunghe malattie, il decesso del coniuge, lo sfratto dall’abitazione ecc.
Nel loro complesso questi processi determinano non solo un aumento, all’interno della società, di una fetta consistente di soggetti che vengono colpiti da forme di disagio grave, ma anche l’allargarsi di una fascia di popolazione che vive in una condizione di vera e propria fragilità se non di vera e propria marginalità.
Il segretario generale regionale della FENEAL-UIL Domenico Palma evidenzia che nel quarto trimestre del 2010 le famiglie in Basilicata hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 56,53 milioni di euro. Rispetto allo stesso trimestre del 2009 si registra una ripresa delle erogazioni del +6,73% per un controvalore di +3,56 mln di euro.
‘E’ evidente – commenta Palma – come in questo contesto che conferma la forte domanda di casa in proprietà debbano emergere nuove linee di intervento da parte del soggetto pubblico da mettere in atto nei prossimi anni e che dovranno rispondere a tre emergenze: la salvaguardia di un mercato della casa in affitto per le famiglie a basso reddito; l’ampliamento di un mercato dell’affitto per le famiglie a reddito medio e medio-basso, che non hanno casa di proprietà, a ‘prezzi’ ragionevoli; l’ampliamento del mercato dell’offerta di alloggi da compravendere a prezzi calmierati rispetto agli eccessi della fase ciclica immobiliare.
C’è bisogno di ripensare a nuovi modelli di intervento sostenibile che puntino – aggiunge Palma – alla diversificazione e alla segmentazione dell’offerta, alla qualità del prodotto edilizio e all’attenzione per il risparmio energetico; all’integrazione tra costruzioni, servizi, energia. Pensiamo al welfare dell’abitare che diviene elemento cruciale di inclusione nella nostra società rappresentando la soglia oltre la quale c’è l’emarginazione”.
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