“Questa volta il Presidente Pittella, che in ogni occasione richiama l'impegno per gli ultimi e i penultimi, rischia di invertire la graduatoria (ultimi-penultimi) e con i criteri stabiliti per la concessione del Reddito Minimo di inserimento di innescare – non c'è termine più azzeccato – una guerra tra poveri”. A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas Basilicata Giuseppe Potenza. “Anche se si sapeva dall'inizio che alcune migliaia di capofamiglia sarebbero rimasti fuori dalla graduatoria per insufficienza di risorse finanziarie – aggiunge – non ci saremmo mai aspettati che tra i penalizzati ci fossero stati quanti hanno beneficiato del precedente Programma Copes. Non ci possono essere poveri e meno poveri o beneficiari della prima e dell'ultima ora. Noi abbiamo da tempo indicato una via d'uscita che può trovare accoglimento con la Legge di Stabilità e la Manovra Finanziaria 2016 che il Consiglio Regionale approverà a metà gennaio. Si tratta di introdurre un sistema di voucher regionale per i servizi alla persona e alla famiglia”.
“Oggi c'è una domanda crescente di salute, assistenza, previdenza per avere la sicurezza di un futuro lungo e in buone condizioni. Seconda una ricerca del Censis – è scritto nella nota – a questa domanda risponde la «White Economy», cioè la filiera delle attività sia pubbliche che private riconducibili alla cura e al benessere delle persone. La filiera economica della cura, dell'assistenza e della previdenza per le persone è anche un formidabile volano di sviluppo per il Paese, perché genera rilevanti effetti moltiplicativi sul resto dell'economia. Ogni 100 euro spesi o investiti nella White Economy attivano 158 euro di reddito aggiuntivo nel sistema economico. E ogni 100 nuove unità di lavoro nella White Economy ne attivano ulteriori 133 nel complesso dell'economia italiana.
E' da tempo depositato in Parlamento un disegno di legge (primo firmatario l'on. Giorgio Santini) sostenuto dall'Istituto don Luigi Sturzo – si legge ancora nella nota della DC-Libertas – da cui trarre spunto per una normativa regionale che si basa sostanzialmente su tre pilastri, ciascuno dei quali contribuisce in diversa misura a ridurre il costo dei servizi per la famiglia attraverso un unico titolo di credito: 1) le famiglie che acquistano a costo agevolato i servizi; 2) le imprese che erogano a costi agevolati prestazioni di welfare aziendale ai propri dipendenti o le banche in favore dei propri clienti; 3) le amministrazioni regionale e locali che erogano servizi alla persona a favore di persone bisognose e svantaggiate o servizi di conciliazione ai destinatari delle politiche del lavoro attraverso i servizi pubblici e privati del lavoro. In Italia il “mercato” dei servizi alla persona è caratterizzato da una forte presenza di lavoro irregolare, che sfiora secondo il 40%; e dalla mancanza di strumenti in grado di sostenere la domanda regolare di questi servizi, in barba al tanto invocato principio di sussidiarietà. Il fenomeno del lavoro nero coinvolge, secondo la Caritas, quasi il 40 per cento dei collaboratori domestici stranieri, quota che tende a crescere fra coloro che hanno ottenuto un titolo di soggiorno valido a causa dello scarso potere contrattuale dei lavoratori migranti, ma anche per le crescenti difficoltà economiche delle famiglie italiane. In sintesi gli obiettivi della nostra proposta: rendere sostenibile un moderno sistema dei servizi alla persona attraverso la responsabilizzazione, il coinvolgimento e la valorizzazione di tutti i soggetti pubblici e privati del settore sociale e delle imprese al fine di mobilitare risorse aggiuntive a quelle pubbliche; far fronte all’incremento della domanda di servizi alla persona determinato dall’invecchiamento della popolazione, dall’aumento delle persone non autosufficienti, dalla maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro e dalla crescita di famiglie monoparentali; disporre di un modello universale, flessibile e personalizzato di voucher per l’erogazione dei servizi alla persona nel quale convergano gli analoghi sistemi gestiti dallo Stato, dalle regioni, e dai comuni.
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