Politiche fluviali, due interrogazioni di Venezia (Pdl)

Il consigliere regionale chiede di attuare quanto previsto da una mozione approvata il 15 marzo 2011 sui danni causati dall’alluvione nel Metapontino ritiene che vadano riviste le politiche regionali per la gestione dei fiumi

Il consigliere regionale del Pdl Mario Venezia ha oggi presentato due interrogazioni, indirizzate al presidente della Regione e agli assessori all’Ambiente e alle Infrastrutture, sulla questione della gestione dei fiumi. Con la prima l’esponente politico chiede di conoscere innanzitutto “i tempi di attuazione della mozione del 15 marzo 2011”, che impegnava la Giunta ad operare “una immediata ricognizione sugli effetti delle scelte finora compiuti nella gestione del sistema idrogeologico, alla luce di quanto rilevato dall’osservazione satellitare, anche al fine di attualizzarle dentro un Piano Generale unitario dio Riassetto e Manutenzione del territorio, orientato ad un più efficace controllo dei rischi idrogeologico, idraulico e sismico del territorio regionale; predisporre un programma di pulizia degli alvei fluviali e dei canali di scolo, ripristino dell’officiosità, regolazione estrazione d’inerti; l’istituzione di una conferenza regionale di tutela idrogeologica del territorio regionali coinvolgendo tutti i soggetti pubblici e tutte le esperienze qualificate disponibili in ambito scientifico e universitario”.

Venezia ricorda inoltre che “nell’O.P.C.M n.3984 del 25-11-2011 si mira al ripristino dell’officiosità intesa come capacità idrica sezionale commisurata alla vulnerabilità agli allagamenti delle aree limitrofe”, e a riguardo chiede di sapere “se i criteri di ripristino dell’officiosità idraulica saranno preceduti da uno studio scientifico serio ed approfondito del territorio, integrando i contenuti e gli obbiettivi di mozione e O.P.C.M.”. Chiede infine “per quali motivi sia intercorso un lasso di tempo così prolungato nell’attuazione della mozione”.

Con la seconda interrogazione, dopo aver rilevato che nel bilancio 2012 “i fondi stanziati per le spese di arginatura e recupero territoriale ammontano a 275.226 euro”, Venezia chiede alla Giunta “se ritenga opportuno rivedere in toto le politiche fluviali regionali alla luce dell’inadeguatezza sia di parte delle opere edificate negli anni ’90 sia dei vincoli SIC-ZPS presenti in alcuni tratti fluviali, ove a seguito del blocco dell’attività estrattiva di inerti, l’alveo fluviale ha cambiato corso devastando il paesaggio; se ritenga idoneo l’investimento di finanziamenti europei in zone alluvionate con cadenza annuale; se sia possibile rimodulare il sistema di gestione dei fiumi almeno nelle zone pianeggianti, o nelle valli alluvionali ove il problema si scatena con la massima intensità; se sia economicamente logico un progetto, quale quello delle VIE BLU, che privo di presupposti scientifici reali, crea lavoro in maniera assistenziale, dimenticando di risolvere il problema fluviale nella sua reale portata, quella idro-morfologica, facendo venir meno il concetto di integralità territoriale”.

“Presidente De Filippo a cosa servono le Vie Blu, a fare manutenzione del degrado?” – chiede Venezia in una nota di commento alle due interrogazioni – A trasformare ciò che resta dei fiumi lucani in alvei clientelari? La politica deve tornare a pianificare il territorio e non a spartirlo, o d’ora in avanti madre natura diventerà puntualmente l’alibi delle umane inadempienze. È accettabile che alcuni canali siano ormai degli stagni con un fondo pari o inferiore ai corsi fluviali? Possibile che si sia perso il concetto d’integrità in materia di bonifica idraulica? Dobbiamo tornare alla malaria per capire che malgoverno e natura sono un binomio pericoloso? ll 15 marzo 2011 il governo regionale si impegnava ad “operare una immediata ricognizione sugli effetti delle scelte finora compiute nella gestione del sistema idrogeologico….” Se, com’è stato annunciato, si riparte con i prossimi interventi a rafforzare gli argini lungo il Basento ed a farne altri lungo l’Agri ed il Bradano, tali interventi poggeranno su studi approfonditi o saranno dettati ‘dall’urgenza’, quindi inutili se non, addirittura, dannosi tra qualche anno? Presidente non investiamo in consulenze faraoniche ed infruttuose, partiamo dall’insegnamento di Leonardo da Vinci che parlando dell’erosione del suolo così diceva: ‘l’acqua disfa li monti e riempie le valli, e ridurrebbe la terra in perfetta sfericità , s’ella potesse’”.

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