Policoro, Castelluccio: nuova area per Protezione civile

Per il Vice presidente del Consiglio regionale: “La Regione favorisce l’attuazione di un modello standardizzato di intervento per coordinare i soccorsi in caso di ‘catastrofe estesa’”

&ldquo;L&rsquo;individuazione di una nuova area nel comune di Policoro con finalit&agrave; di Protezione civile, all&rsquo;interno del centro abitato tra il secondo e il terzo piano di zona in adiacenza al Palaercole (gi&agrave; sede del Centro Operativo Municipale) ed alla sede comunale, consentir&agrave; di adeguare e rafforzare il sistema di protezione civile a Policoro&rdquo;. E&rsquo; il commento del vice presidente del Consiglio regionale, Paolo Castelluccio, in riferimento alla deliberazione di Giunta n. 19 del 17 gennaio scorso che ha accolto l&rsquo;indicazione della Giunta comunale di Policoro nella scelta di un&rsquo;area di 16.800 metri quadrati in via Umbria, di propriet&agrave; dello stesso Comune attualmente utilizzata in parte a parcheggio e in parte libera.<br /><br />&ldquo;La Regione &ndash; sottolinea Castelluccio &ndash; con questo provvedimento, che &egrave; all&rsquo;esame della Commissione consiliare competente, nell&rsquo;ambito delle funzioni che le sono attribuite dalla Legge nazionale 225/92 per provvedere all&rsquo;attuazione di attivit&agrave; di protezione civile, partecipare alla sua organizzazione e promuovere la realizzazione da parte dei Comuni di strutture di protezione civile,&nbsp; favorisce l&rsquo;attuazione di un modello standardizzato di intervento per coordinare i soccorsi in caso di &lsquo;catastrofe estesa&rsquo;.&nbsp; Per poter soddisfare ogni&nbsp; necessit&agrave; di intervento &ndash; evidenzia il Vice presidente del Consiglio regionale – occorre innanzitutto definire gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilit&agrave; della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.) al fine di poter disporre di un quadro globale ed attendibile relativo all&rsquo;evento atteso e, quindi, poter dimensionare preventivamente la risposta operativa necessaria al superamento della calamit&agrave; con particolare attenzione alla salvaguardia della vita umana. Il Piano &egrave;, dunque, uno strumento di lavoro tarato su una situazione verosimile sulla base delle conoscenze scientifiche dello stato di rischio del territorio, aggiornabile e integrabile, non solo in riferimento all&#39;elenco di uomini e mezzi ma, soprattutto, quando si acquisiscano nuove conoscenze sulle condizioni di rischio che comportino diverse valutazioni degli scenari, o ancora quando si disponga di nuovi o ulteriori sistemi di monitoraggio e allerta alla popolazione&rdquo;.<br /><br />Per Castelluccio &ldquo;a livello comunale, si rende necessario arrivare ad un maggiore dettaglio che consenta agli operatori delle varie componenti della protezione civile di avere un quadro di riferimento corrispondente alla dimensione dell&#39;evento atteso, della popolazione coinvolta, della viabilit&agrave; alternativa, delle possibili vie di fuga, delle aree di attesa, di ricovero, di ammassamento e cos&igrave; via. Considerato che il rischio presente in un territorio pu&ograve; fare riferimento a diverse tipologie di evento (alluvioni, terremoti, frane) il Piano deve prevedere uno o pi&ugrave; &lsquo;scenari di rischio&rsquo;, a cui debbono o possono corrispondere diverse tipologie di intervento.&nbsp; Il concetto – chiave della pianificazione di emergenza &ndash; conclude &ndash; &egrave;, comunque, cercare di prevedere tutto ma, tuttavia, occorre essere consapevoli che sar&agrave; sempre possibile in ogni emergenza, dover affrontare qualcosa di non previsto, pertanto occorre la massima flessibilit&agrave; e contemporaneamente la capacit&agrave; di creare i presupposti (ad esempio attraverso le esercitazioni) affinch&egrave; anche in questi casi vi siano le migliori condizioni di messa in sicurezza della popolazione&rdquo;.<br />

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