Pmi, Mattia: al primo trimestre 1.622 aziende in meno

Per il consigliere regionale del Pdl “c’è bisogno di politiche di sostegno dell’impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani”

“Il prezzo che le pmi lucane stanno pagando alla crisi è troppo alto: 1.622 aziende hanno cessato l’attività nel primo trimestre del 2012, di cui 652 sono aziende agricole e 388 esercizi commerciali in grande maggioranza piccoli negozi. Ci sono poi da aggiungere 316 piccole imprese artigiane che riducono ulteriormente il comparto già assottigliato negli anni. I dati aggiornati al 30 marzo scorso diffusi da Unioncamere confermano quanto ho sostenuto in occasione del question time: il rischio è che mentre si programmano iniziative ed azioni a lungo termine ogni anno si perdono altre centinaia di posti di lavoro che, specie nei comparti del lavoro autonomo e di impresa, hanno da noi un valore maggiore tenuto conto che le assunzioni nell’industria sono sempre più rare”. Lo ha detto il consigliere regionale Franco Mattia (Pdl).

“La situazione del mondo agricolo – ha aggiunto l’esponente politico – è allarmante: il 40% delle aziende che sono state cancellate dagli Albi delle Cciaa di Potenza e di Matera sono attività agricole o zootecniche. A marzo i prezzi pagati agli agricoltori – come ci ricordano le organizzazioni professionali – sono scesi del 2,3 per cento rispetto allo scorso anno mentre si è verificato un aumento dei costi a partire dal gasolio, rincarato del 44 per cento. Il credit crunch ha colpito anche i campi dove – secondo i dati della Coldiretti – sei imprese agricole su dieci hanno difficoltà ad accedere al credito, con il costo del denaro in agricoltura che ha raggiunto il 6 per cento e risulta superiore del 30 per cento a quello medio del settore industriale. Una situazione di difficoltà che si aggiunge agli effetti dei danni da maltempo ed anche le preoccupazioni per l’applicazione della nuova Imu”.

“Le misure della Giunta – ha affermato ancora Mattia – sono pertanto troppo limitate e riduttive e non rispondono ad una logica di strategia di medio termine. Ancora, si rinviano politiche di credito e di sostegno agli imprenditori al Patto Basilicata Obiettivo 2012 come se quel documento potesse risolvere – con una bacchetta magica – i tanti ed incancreniti problemi delle piccole e medie imprese. C’è bisogno, come sottolineano i dirigenti di Unioncamere, di politiche di sostegno dell’impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani. Oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale. E continuo ad insistere: la concertazione con le associazioni imprenditoriali non può ridursi a fatto formale, al solito tavolo di incontro o alla solita Cabina di Regia”.

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