“Prima che anche i sindaci dei nostri piccoli comuni, al di sotto dei mille abitanti a rischio di soppressione, inventino qualcosa come i loro colleghi che per salvare i municipi vorrebbero annettersi alla Francia, alla Svizzera, o addirittura fondare un principato o chi pensa di poter "conquistare" il territorio del vicino, allargare i propri confini e rivisitare la geografia amministrativa regionale, siamo in tempo per affrontare la questione in modo serio e definitivo. Ci vuole una bella conferenza delle Autonomie Locali, promossa dalla Giunta Regionale, per studiare e definire tutte le iniziative possibili e tra l’altro a costo zero per mantenere in vita non certo i sindaci quanto le identità delle comunità locali”.
A sostenerlo è il segretario regionale della DC-Libertas di Basilicata Giuseppe Potenza che si dice “convinto che il risparmio che verrebbe realizzato con i tagli è irrisorio mentre lo sconcerto delle piccole comunità è enorme e le civili proteste sono giustificate. L’aspetto inaccettabile di questa manovra è che l’accorpamento dei piccoli centri è considerata come taglio alla casta e ai costi della politica. Si finge di ignorare che un consigliere in un comune con meno di mille abitanti ha diritto a 20 euro lorde di gettone a seduta e mediamente in comune di queste dimensioni si fanno 3-4 consigli all'anno.
Un assessore percepisce un'indennità pari a 65 euro lorde al mese, quando la prende perché spesso in questi comuni consiglieri e assessori neanche le ritirano: le lasciano per le attività del Comune. Questo significa che i costi istituzionali dei 24 Comuni lucani a rischio equivalgono al supersalario di tre direttori generali di Dipartimenti della Regione l’anno.
Per queste ragioni sosteniamo l’iniziativa promossa dall’Anci Piccoli Comuni con l’assemblea del 29 agosto che – dice Potenza – può segnare l’avvio di un processo di maggiore cooperazione tra le Amministrazioni Comunali, piccole, medie e grandi che siano, per la gestione in forma consortile di numerosi servizi essenziali per i cittadini. Più che pensare, come vorrebbe fare qualche sindaco, a come far rientrare emigrati o per convincerli a riprendere la residenza in paese, è fondamentale concentrare ogni sforzo per garantire i servizi primari di assistenza agli anziani, all’infanzia, per la raccolta dei rifiuti urbani”.
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