Piano socio sanitario, Santarsiero: “Ci sarà da lavorare”

Per il consigliere regionale del Pd “rinviare le scelte a presunti tempi migliori significa abbandonare a se stesso il nostro sistema sanitario, penalizzando ulteriormente l'Azienda ospedaliera San Carlo e tutti i suoi presidi”

&ldquo;Ci sar&agrave; molto da lavorare in commissione per avere un Piano socio-sanitario adeguato sia alle esigenze del nostro territorio che alle norme di settore in vigore&rdquo;.<br /><br />E&rsquo; quanto afferma il consigliere regionale del Pd, Vito Santarsiero per il quale &ldquo;il nuovo Piano dovr&agrave; osservare il dettato dell&#39;art. 38 della L.R. n. 39/2001 in ordine a contenuti ed obiettivi ed, in particolare, rispettare gli indirizzi del comma 4 del citato articolo che prevede la definizione dei livelli essenziali uniformi di assistenza, da assicurare sulla base delle risorse disponibili, nonch&eacute; la definizione degli interventi prioritari per il riequilibrio territoriale dei servizi sanitari e il superamento di condizioni critiche da evidenziarsi mediante indicatori epidemiologici e clinici&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Occorrer&agrave; altres&igrave; &ndash; continua – rispettare i dettami del d.m. 70/2015 che, tra le altre cose, prevede (allegato 1 paragrafo 4) che per garantire, attraverso una riconversione di servizi, strutture e ospedali, l&#39;erogazione delle cure in condizioni di appropriatezza, efficacia, efficienza, qualit&agrave; e sicurezza, considera elementi determinanti volumi di attivit&agrave; specifici per processi assistenziali e la valutazione degli esiti. Come pure sar&agrave; necessario un approfondimento funzionale sull&#39;articolazione dei distretti della salute che, stante le loro funzioni, organizzazione e caratteristiche, possono ritenersi eccessivi nella previsione di 9 unit&agrave;, coincidenti con gli ambiti socio-sanitari oggi esistenti (7 ambiti territoriali pi&ugrave; i comuni di Potenza e Matera) e che sono proposti con un&rsquo;articolazione organizzativa molto pesante. Il Piano non affronta in maniera adeguata neanche la questione della mobilit&agrave; sanitaria passiva, altissima nella nostra regione, che merita una specifica valutazione al fine di mettere in campo azioni concrete con l&rsquo;obiettivo di contenerla&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Vi &egrave; un altro elemento fondamentale che il Piano, per non ridursi ad un mero adempimento burocratico &ndash; dice Santarsiero – dovr&agrave; necessariamente chiarire e non rinviare: la organizzazione della rete ospedaliera e sociosanitaria. Lasciata all&#39;Irccs Crob la necessaria autonomia, quale ospedale autonomo di riferimento per la Ricerca oncologica in Basilicata, serve decidere subito se andare all&#39;Azienda unica sociosanitaria affiancata da una Azienda ospedaliera regionale o se scegliere l&#39;Azienda unica sanitaria regionale. Rinviare le scelte a presunti tempi migliori significa abbandonare a se stesso il nostro sistema sanitario, penalizzando ulteriormente l&#39;Azienda ospedaliera San Carlo e tutti i suoi presidi, che oggi vivono una condizione di grande difficolt&agrave; dovuta alle decisioni assunte con la legge regionale n. 2/2017 e alle incertezze organizzative e operative conseguenti&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il tentativo, nemmeno tanto larvato &ndash; conclude – di rinunciare alla presenza in regione di un Dea di secondo livello va stroncato sul nascere, e senza equivoci, dal Consiglio regionale. La sua eliminazione dal panorama sanitario regionale costituirebbe un arretramento irreversibile dell&#39;intero sistema sanitario della Basilicata, con conseguenze devastanti sul livello qualitativo dei servizi sanitari erogati ai cittadini lucani&rdquo;.<br /><br />L.C.<br />

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