Piano Parco Gallipoli Cognato, via libera da terza Ccp

Il provvedimento è stato approvato all’unanimità. Prima del voto auditi il presidente e il direttore del Parco, Mario Atlante e Marco Delorenzo

La terza commissione (Attivit&agrave; Produttive &ndash; Territorio e Ambiente) del Consiglio regionale di Basilicata, presieduta da Piergiorgio Quarto (Bp), ha espresso parere favorevole all&rsquo;unanimit&agrave; sulla delibera di Giunta inerente l&rsquo;approvazione Piano del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane. Erano presenti al momento del voto oltre al presidente Quarto, i consiglieri Sileo e Aliandro (Lega), Acito e Bellettieri (Fi), Trerotola (Pl) e Giorgetti (M5s). I consiglieri Braia (Ab) e Polese (Pd) prima del voto hanno abbandonato l&rsquo;aula per protesta non essendo stata accolta la loro richiesta di audizione dei sindaci dei Comuni interessati dall&rsquo;area Parco. Il presidente dell&rsquo;organismo consiliare Quarto dopo aver precisato che &ldquo;tutti gli iter previsti sono stati svolti prima della stesura definitiva del Piano, compreso il coinvolgimento dei cinque sindaci interessati&rdquo; ha sottolineato che programmer&agrave;, in una prossima seduta della Commissione, l&rsquo;audizione dei sindaci unitamente ai vertici del Parco di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane &ldquo;per una illustrazione esaustiva del Piano&rdquo;.<br /><br />Prima del voto sono stati auditi il presidente e il direttore del Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane, Mario Atlante e Marco Delorenzo che hanno illustrato le linee generali del Piano del Parco e hanno evidenziato l&rsquo;importante lavoro effettuato in sinergia con il dipartimento Ambiente.<br /><br />&ldquo;La base di partenza del Piano &ndash; ha precisato De Lorenzo – &egrave; stata la carta degli habitat che vede presenti 27 diversi habitat nel Parco. Dall&rsquo;analisi di questi 27 habitat si &egrave; giunti ad una zonazione del Parco che ha prodotto sei aree del territorio e precisamente: riserva generale orientata tipo A (mantenimento e conservazione degli equilibri ambientali), riserva generale orientata tipo B (miglioramento degli equilibri ambientali), area di protezione tipo A (ambiti agricoli di valore ecologico), area di protezione tipo B (ambiti di valore ecologico per presenza di mosaico vegetazionale), area di protezione tipo C (corridoi ecologici e fasce ecotonali), area di promozione&rdquo;. De Lorenzo ha poi posto in evidenza le norme relative alla raccolta dei funghi e al trasporto delle armi all&rsquo;interno del Parco. &ldquo;Con l&rsquo;approvazione del Piano del Parco &ndash; ha spiegato – si potranno fornire le autorizzazione necessarie al trasporto delle armi e alla raccolta dei funghi e dei tartufi nel territorio del Parco&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Piano del Parco &ndash; ha sottolineato De Lorenzo – &egrave; stato subordinato al piano paesistico di area vasta del territorio. Subordinazione che invito questa assise ad eliminare o perlomeno ad affievolire per dare maggiore incisivit&agrave; al Piano. Urgente &ndash; ha concluso il direttore del Parco rivolgendosi ai commissari – l&rsquo;approvazione del Piano non oltre la fine del mese di settembre, considerato anche il riconoscimento di carattere europeo che stiamo per ricevere, il diploma europeo delle aree protette&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Piano per il Parco &ndash; si legge nella relazione &ndash;&nbsp; &egrave; lo strumento previsto dalla legge 394/91 per tutelare i valori naturali e ambientali nonch&eacute; storici, culturali, antropologici tradizionali del territorio protetto e rappresenta il livello di pianificazione sovraordinato a tutti gli altri livelli di pianificazione (tranne il complesso intreccio sviluppatosi temporalmente con le norme di pianificazione paesaggistica). Il Parco si estende per circa 27 mila ettari e risulta diviso tra le due Province di Potenza (Castelmezzano e Pietrapertosa) e Matera (Calciano, Accettura e Oliveto Lucano). L&rsquo;intera area &egrave; caratterizzata dalla presenza di specie floristiche e faunistiche di notevole importanza e dall&rsquo;esistenza di tipologie di edifici rurali da preservare e recuperare, alcune delle quali adeguate alla pratica della zootecnia biologica. Sul territorio del Parco insistono condizioni di tutela diversificate riconducibili a norme susseguitesi nel tempo e attribuibili a diversi livelli gerarchici, ognuno dei quali rimanda a specifici criteri di gestione del territorio. Il Piano intende essere il punto d&rsquo;incontro e di equilibrio dei principali obiettivi di gestione: conservazione e restauro dei valori naturali e culturali e promozione di uno sviluppo economico e sociale del territorio locale. Di conseguenza, punta all&rsquo;integrazione tra le diverse discipline relative alla gestione della natura, del paesaggio, degli usi del suolo e delle attivit&agrave; di fruizione. Le linee strategiche dettate dal Piano rappresentano le azioni necessarie per ovviare alle criticit&agrave;, per incentivare e valorizzare le qualit&agrave;, i fattori propulsivi e le potenzialit&agrave;, per innescare processi evolutivi e di miglioramento economico e sociale, assumendo le valenze ambientali e territoriali in genere come risorse di base&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Il Piano &ndash; si legge ancora nella relazione allegata al provvedimento – suddivide il territorio in base al diverso grado di protezione, prevedendo: riserve generali orientate, nelle quali &egrave; vietato costruire nuove opere edilizie, ampliare le costruzioni esistenti, eseguire opere di trasformazione del territorio. Possono essere tuttavia consentite le utilizzazioni produttive tradizionali, la realizzazione delle infrastrutture strettamente necessarie, nonch&eacute; interventi di gestione delle risorse naturali a cura dell&#39;Ente parco. Sono altres&igrave; ammesse opere di manutenzione delle opere esistenti; aree di protezione nelle quali, in armonia con le finalit&agrave; istitutive ed in conformit&agrave; ai criteri generali fissati dall&#39;Ente parco, possono continuare, secondo gli usi tradizionali ovvero secondo metodi di agricoltura biologica, le attivit&agrave; agro-silvo-pastorali nonch&eacute; di pesca e raccolta di prodotti naturali, ed &egrave; incoraggiata anche la produzione artigianale di qualit&agrave;; aree di promozione economica e sociale facenti parte del medesimo ecosistema, pi&ugrave; estesamente modificate dai processi di antropizzazione, nelle quali sono consentite attivit&agrave; compatibili con le finalit&agrave; istitutive del parco e finalizzate al miglioramento della vita socio-culturale delle collettivit&agrave; locali e al miglior godimento del parco da parte dei visitatori&rdquo;.<br /><br />Sono intervenuti nel corso del dibattito i consiglieri Polese, Braia, Trerotola, Acito, Aliandro, Sileo e Giorgetti. Tra gli argomenti posti all&rsquo;attenzione del direttore e del presidente del Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti lucane quello dei danni da fauna selvatica e delle attivit&agrave; di selecontrollo, la promozione di azioni volte alla produzione di economia e quindi all&rsquo;occupazione,&nbsp; il piano di assestamento forestale.<br /><br />Erano presenti ai lavori della Commissione oltre al presidente Piergiorgio Quarto (Bp), i consiglieri Gino Giorgetti (M5s), Vincenzo Mario Acito e Gerardo Bellettieri (Fi), Gianuario Aliandro e Gerardina Sileo (Lega), Giovanni Vizziello (Fdi), Luca Braia (Ab), Mario Polese (Pd), Carlo Trerotola (Pl).<br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br /><br />

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