Petrolio, M5s: Cupparo smentisce i giudici del Riesame

I consiglieri ricordano che per il tribunale “a Viggiano la dirigenza dell'Eni ha improntato ‘costantemente’ la gestione del Centro olio alle ‘strategie aziendali di massimizzazione dei profitti, a fronte dei quali il danno all'ambiente era previsto”

&ldquo;Il forzaitaliota assessore regionale alle Attivit&agrave; produttive, Francesco Cupparo, sostiene che &lsquo;la questione centrale non &egrave; quella di chiedere alle societ&agrave; petrolifere di fare alcune azioni sul territorio quanto di concordare insieme cosa fare superando la tesi di &lsquo;demonizzazione&rsquo;, che non ha riscontri oggettivi, in base alla quale solo perch&eacute; sono &lsquo;petrolieri&rsquo; sono nemici del nostro territorio&rsquo;. Insomma, l&rsquo;assessore Cupparo finisce con lo smentire non solo Gianni Leggieri, ma soprattutto i giudici del Tribunale del Riesame di Potenza che hanno definito &lsquo;pratiche industriali criminali&rsquo; quelle realizzate da Eni a Viggiano&rdquo;. E&rsquo; quanto affermano i consiglieri regionali del Movimento cinque stelle Gianni Leggieri, Giovanni Perrino e Gino Giorgetti.<br /><br />&ldquo;Tanto si legge – aggiungono Leggieri, Perrino e Giorgetti – nelle motivazioni dell&#39;ordinanza con cui a fine maggio il Riesame ha confermato gli arresti domiciliari nei confronti di Ruggero Gheller, ex responsabile del Distretto meridionale dell&rsquo;Eni, che ha sede proprio nella capitale petrolifera della Val d&rsquo;Agri, e l&rsquo;ex &lsquo;operation manager&rsquo; di stanza in Basilicata, Andrea Palma. Secondo il Tribunale del Riesame, a Viggiano la dirigenza dell&#39;Eni ha improntato &lsquo;costantemente&rsquo; la gestione del Centro olio alle &lsquo;strategie aziendali di massimizzazione dei profitti, a fronte dei quali il danno all&#39;ambiente era previsto, conosciuto e concretamente voluto in quanto alternativa fattuale alla riduzione dei volumi di produzione&rsquo;. E, ancora, si legge nell&rsquo;ordinanza: &lsquo;il totale disprezzo per il pubblico interesse alla salute e all&#39;integrit&agrave; dell&#39;ambiente, l&#39;adesione incondizionata a logiche aziendali perverse, cinicamente orientate verso l&#39;accumulo di profitti ad ogni costo, la ricerca dell&#39;approvazione del proprio operato in vista di progressioni di carriera, la sostituzione dei dipendenti &lsquo;scomodi&rsquo; come il Griffa, considerato una spina nel fianco o addirittura un elemento di disturbo del regolare svolgimento di pratiche industriali criminali&rsquo;&rdquo;.<br />

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