Il presidente del Consiglio regionale: “Anche chi dice no ai quesiti referendari è convinto che l’art. 38 va cambiato. E io aggiungo anche l’art. 35 del decreto sviluppo”
“Anche il Consiglio regionale dell’Emila Romagna, che non si è espresso a favore dei referendum, riconosce i profili di difficile interpretazione delle norme dello sblocca Italia e ne chiede la revisione complessiva con la condivisione dei governi regionali e delle comunità territoriali. E questo non fa che confermare, pur nelle differenti scelte adottate, la validità delle motivazioni che sono alla base dell’iniziativa referendaria, promossa unitariamente dai presidenti delle Assemblee legislative al di fuori di una logica politica e per affermare invece che non si possono tagliare fuori le Regioni, gli enti locali e i territori dalle scelte sul loro futuro”.<br /><br />Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Piero Lacorazza.<br /><br />“Domani – ha aggiunto – i rappresentanti di Basilicata, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Abruzzo, Veneto, Calabria, Campania e Liguria, depositeranno i sei quesiti presso la Corte di Cassazione. Confidiamo che successivamente la Consulta possa valutare positivamente l’ammissibilità dei quesiti referendari, che intervengono per dire un netto no alle trivelle in mare oltre che per riaffermare il ruolo delle Regioni e degli enti locali nelle procedure che li riguardano. Siamo rispettosi del dibattito che si è svolto in queste settimane in tutti i Consigli regionali, indipendentemente dal pronunciamento sui referendum. E riteniamo significative anche le posizioni della Sicilia, che ha dato l'ok ma non raggiungendo il quorum e della Lombardia che ha impugnato l’art. 38. Come pure sono degne di rispetto le critiche sulla legge sblocca Italia espresse oggi dal presidente dell’Emila Romagna Bonaccini e suo tempo dal suo omologo della Toscana Rossi”.<br /><br />“Tutto ciò – ha concluso Lacorazza – mostra che c’era davvero bisogno di questo dibattito, che spero possa continuare e che comunque sarà utile per dare ai cittadini la possibilità di farsi un'opinione e di scegliere. Un dibattito che riporta all’ordine del giorno il tema del rapporto fra lo Stato e le Regioni e contribuisce a rafforzare il ruolo di presidio democratico e civile che le Regioni devono svolgere in un rapporto di leale collaborazione con lo Stato. Questo dibattito serve all’Italia e al percorso riformatore che è stato avviato in questi mesi. Un percorso che deve tenere conto anche delle istituzioni più vicine ai cittadini”.