Petrolio in Basilicata, l’intervento di Pittella (Pd)

Per il consigliere regionale del Partito democratico “il tema del petrolio deve essere affrontato senza il ricorso necessario ad una sorta di stratigrafia delle incompiute o delle cose non fatte”

“Vorrei che a fosse sottolineato – ha affermato Pittella – che siamo dinanzi ad un approccio culturale e politico, passando da una fase di inesperienza a quella della consapevolezza, nella ricerca di una opportuna miscela tra utilizzo delle risorse, tutela ambientale e sviluppo. Questo ragionamento si inserisce in un momento anche molto delicato e particolare che vivono l’Italia e la Basilicata, sotto il profilo economico, finanziario, sociale e dello sviluppo, nella drammatica combinazione tra il Mediterraneo in fiamme e la asfissia economica che pregiudica il nostro bilancio di futuro e di prospettiva, che ci consegna una valutazione che quest'oggi deve essere tanto più severa rispetto al ruolo strategico che la nostra regione, e quindi questa classe dirigente, è chiamata a svolgere circa il fabbisogno petrolifero dell'interno Paese e le ricadute possibili che la regione Basilicata deve necessariamente avere in un negoziato trasparente di altissima qualità per il futuro e la prospettiva della gente lucana”.

“Questo tema – ha aggiunto Pittella – deve essere affrontato senza il ricorso necessario ad una sorta di stratigrafia delle incompiute o delle cose non fatte. Se volessimo declinare e recitare a memoria le cose non realizzate a tutti i livelli, regionale e nazionale, daremmo un approccio al tema sbagliato, mentre dobbiamo cogliere questa grande opportunità per elevare e per superare, con uno sforzo di qualità e di maturità politica, l'occasione offertaci dal presidente De Filippo che è tanto umile nel comprendere la drammaticità e la complessità del momento, quanto grande nei contenuti che ci vuole sottoporre e nella chiamata a responsabilità e coralità all'intero Consiglio senza divisioni, perché sulla materia relativa allo sviluppo ed alla prospettiva della gente lucana non c'è colore politico. In Basilicata – ha ricordato Pittella – si estraggono oltre 30 milioni di barili annui, ed il consumo di petrolio in Italia è di poco meno di 2 milioni di barili al giorno; ciò significa che la Basilicata concorre al fabbisogno nazionale con una percentuale significativa, del 6, del 5, del 7 per cento e che può, anche, con una serie di accorgimenti, aumentare e far lievitare questa percentuale. E' evidente che è un'apertura politica, innanzitutto, e di cultura politica. Sul tema delle estrazioni non si può prescindere da un legittimo negoziato, che vede sostanzialmente la Basilicata in rapporto con il Governo, tutore, per capirci, garante di una operazione di ampio respiro con le compagnie petrolifere, proiettata verso una prospettiva di sviluppo. E' una opportunità che questa classe dirigente deve mettere a valore, alzando l'asticella dei contenuti e che indirizzi in negoziato verso interventi capaci in tempi ragionevoli di imprimere una svolta alle ansie ed ai bisogni della nostra gente. In questo ragionamento io proverei ad enunciare tre macro-capitoli, senza entrare nel dettaglio, rinviando ad un secondo appuntamento, un esame di dettaglio che, ovviamente, tenterà di migliorare, se è il caso anche di dissentire rispetto alla ipotesi, se ci sarà questa ipotesi, di accordo con il Governo e con le compagnie petrolifere. L'ambiente, con la tutela della salute e la sicurezza, lo sviluppo, intendendo infrastrutture, occupazione, tema delle royalties, e la ricerca e la formazione. Abbiamo un monitoraggio ambientale, è vero, l'accordo del '98, è vero; dobbiamo anche ammettere che per più motivi arriviamo sostanzialmente un pò più in ritardi rispetto all'attuazione, e sarebbe un errore anche di ipocrisia non ammettere che c'è un ritardo su questo tema, ma è altrettanto vero che c'è una forte attenzione, una forte volontà a spingere sui contenuti di questo monitoraggio ambientale. Credo che vi sia una equazione che possa essere messa a base di un ragionamento più complessivo sul tema del petrolio, delle estrazioni, petrolio-patologie neoplastiche, perché se fosse questa l'equazione e se dovessimo noi ragionare in questi termini, probabilmente non solo sul tema del petrolio e delle estrazioni, ma più in generale su moltissimi altri campi di applicazione, noi dovremmo alzare le mani e fermarci, e sostanzialmente dire che non ci sono le condizioni per sviluppare nessuna intrapresa, figuriamoci su questa attività. Penso che dobbiamo intensificare il monitoraggio, dobbiamo dare più forza all'osservatorio e dobbiamo mettere in campo quelle iniziative, e quindi quel sistema di controllo cadenzato, completo, compiuto. Io penserei anche ad una sorta, se fosse possibile sul piano normativo, di combinazione di interventi strategici sulla sicurezza e sul controllo della sicurezza. Il secondo tema è relativo allo sviluppo e sostanzialmente in breve direi infrastrutture. Dobbiamo essere realisti, incrociando due appuntamenti importanti, il piano che la Regione Basilicata sta concertando con l'Anas nazionale, con il Governo nazionale ed il piano per il Sud. Attenzione a non far diventare queste infrastrutture sostitutive di quelle previste in questi due strumenti, probabilmente e possibilmente aggiuntive, chiedendo uno sforzo al Governo nazionale di attenzioni maggiori per il Mezzogiorno d'Italia e per la Basilicata, cogliendo il valore aggiunto di questa regione all'interno di uno scenario internazionale. Per quanto riguarda l'occupazione è evidente che noi non possiamo recuperarla solo e soltanto dall'attività di estrazione, ma è evidente che dobbiamo attivare circuiti virtuosi che impegnino realtà imprenditoriali internazionali ed in prima battuta e l'Eni e Filmeccanica a consegnarci qui concrete ricadute nella filiera del petrolio. Il terzo tema – ha detto ancora Pittella – lo declinerei così, un AB energetico in Val D'Agri con una forte spinta verso una formazione ed una istruzione energetica, con un modello lucano universitario che prepari il capitale umano verso l'alta specializzazione. La vera sfida – ha concluso Pittella – sta anche qui, su questa materia si consuma, se volete, orizzontalmente la partecipazione di tutti i dipartimenti della nostra Regione e, in particolare, la grande sfida culturale è questa, è nella materia che accompagna l'evoluzione produttiva e di investimento, finalizzando i propri indirizzi, a mio giudizio, formativi, i propri percorsi culturali e di apprendimento continuo, una sorta di Basilicata che diventi un campus della cultura energetica e che ci proietti su scala internazionale come l'incubatore delle eccellenze e dei saperi, questa è la sfida che accompagna un negoziato di questa portata”.

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