Pepe (Cgil) su futuro e democrazia nella Fiat

“Il recente dibattito che si è aperto sulla FIAT, a partire dalla sentenza di reintegro della Corte di Appello di Potenza per i tre lavoratori, Marco Pignatelli,Antonio Lamorte e Giovanni Barozzino, e la “roulette russa” conseguente le dichiarazioni dell’Ad Marchionne sulla chiusura palesata di due stabilimenti FIAT sul territorio del nostro paese, pone a tutti i soggetti interessati un pressante interrogativo sulla permanenza della democrazia nei luoghi di lavoro e la stessa presenza di FIAT nel nostro Paese”. Lo dichiara Antonio Pepe, dirigente regionale della Cgil.
“E’ stucchevole – aggiunge – il modo in cui si vuole rappresentare il sindacato dei lavoratori metalmeccanici largamente più rappresentativo: la FIOM CGIL. Tale rappresentazione denota una sudditanza culturale prima ancora che politica, non solo ai novelli “padroni delle ferriere”, che hanno instaurato un modello involutivo di relazioni sindacali con l’annessa cancellazione del Contratto nazionale di Lavoro, ma essenzialmente al pensiero neoliberista del capitalismo finanziario.
E’ deplorevole la posizione di quanti, nelle istituzioni e non solo, approcciano il problema del conflitto sindacale con un appiattimento sugli interessi di FIAT, legando ciò alla permanenza nel sito industriale di Melfi, dimenticando, non sappiamo quanto ingenuamente, che l’interesse della stessa FIAT si è spostato verso gli USA o altri siti”.
“E’ necessario, invece, – sottolinea Pepe – che il presidente della Regione, come hanno già fatto il consiglio regionale e la quasi totalità dei sindaci dell’area, assuma con più convinzione una iniziativa politica istituzionale verso il Governo e la stessa FIAT per aprire un tavolo nazionale sul futuro assetto industriale del gruppo e una discussione su un piano industriale credibile per il futuro occupazionale delle migliaia di lavoratori della Basilicata e di Melfi.
Per tali ragioni saremo allo sciopero della FIOM-CGIL di Venerdi 9 Marzo e invitiamo i lavoratori ad aderire e tutti i democratici a sostenere le ragioni di una lotta per difendere la civiltà del lavoro nel nostro paese”.

BAS 05

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