Pepe (Cgil), basta prendere in giro il Sud
“È stucchevole l'ennesima trovata pubblicitaria del Ministro dell'Economia che in compagnia dei suoi nuovi compagni di merende, ci fanno sapere che i treni vanno lenti e i servizi che offrono sono insufficienti,fino a ieri ignorava che le linee ferroviarie da quando sono state costruite , fine 800,non hanno avuto nessun adeguamento strutturale e che la velocità commerciale sulle nostre linee è di 55Km/h”. Lo dice il segretario regionale della Cgil lucana, Antonio Pepe. “Dopo tutti i roboanti annunci sul Piano per il Sud, tutto quello che il Governo riesce a dire è che il sud non sa spendere le risorse, che ci vogliano grandi opere infrastrutturali per rilanciare l'economia del Mezzogiorno, che per incentivare gli investimenti delle imprese ci vuole la modifica dell'articolo 41 della Costituzione”. Continua Pepe: “non è possibile continuare a mentire sui fondi FAS, letteralmente rubati al Mezzogiorno ed utilizzati come bancomat per sopperire alla spesa “clientelare” del nord. Le nostre soluzioni ed azioni per affrontare i nodi strutturali dell'economia del Mezzogiorno, li abbiamo proposti più volte e più volte sono stati condivisi da chi realmente vorrebbe il cambiamento. Il credito d'imposta per le imprese che assumono giovani e donne, politiche industriali innovative e di ricerca applicata, sviluppo delle energie rinnovabili, lotta serrata all'evasione fiscale, tassazione delle rendite finanziarie ed utilizzo della patrimoniale come metodo per la redistribuzione dei redditi, minore carico fiscale sui redditi da lavoro e da pensione, innovazione della pubblica amministrazione e centralità del lavoro pubblico per garantire efficienza ai servizi, avvio di opere infrastrutturali necessarie a connettere i territori meridionali fra di loro ed al Paese, anche in funzione di leva anticiclica contro la crisi, sottrazione dell'utilizzo dei fondi strutturali europei al patto di stabilità, che tra l'altro è anche causa della lentezza nella spesa degli stessi, investimento in formazione, cultura ed istruzione pubblica, adeguata valorizzazione delle risorse energetiche che il sud, ed in special modo la Basilicata, mettono al servizio del Paese” .Sono queste secondo la Cgil “le questioni da affrontare se si vuole smettere di fare demagogia, anche attraverso una rinnovata collaborazione istituzionale tra governi regionali e nazionale, senza inciuci di sorta”.
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“È stucchevole l'ennesima trovata pubblicitaria del Ministro dell'Economia che in compagnia dei suoi nuovi compagni di merende, ci fanno sapere che i treni vanno lenti e i servizi che offrono sono insufficienti,fino a ieri ignorava che le linee ferroviarie da quando sono state costruite , fine 800,non hanno avuto nessun adeguamento strutturale e che la velocità commerciale sulle nostre linee è di 55Km/h”. Lo dice il segretario regionale della Cgil lucana, Antonio Pepe. “Dopo tutti i roboanti annunci sul Piano per il Sud, tutto quello che il Governo riesce a dire è che il sud non sa spendere le risorse, che ci vogliano grandi opere infrastrutturali per rilanciare l'economia del Mezzogiorno, che per incentivare gli investimenti delle imprese ci vuole la modifica dell'articolo 41 della Costituzione”. Continua Pepe: “non è possibile continuare a mentire sui fondi FAS, letteralmente rubati al Mezzogiorno ed utilizzati come bancomat per sopperire alla spesa “clientelare” del nord. Le nostre soluzioni ed azioni per affrontare i nodi strutturali dell'economia del Mezzogiorno, li abbiamo proposti più volte e più volte sono stati condivisi da chi realmente vorrebbe il cambiamento. Il credito d'imposta per le imprese che assumono giovani e donne, politiche industriali innovative e di ricerca applicata, sviluppo delle energie rinnovabili, lotta serrata all'evasione fiscale, tassazione delle rendite finanziarie ed utilizzo della patrimoniale come metodo per la redistribuzione dei redditi, minore carico fiscale sui redditi da lavoro e da pensione, innovazione della pubblica amministrazione e centralità del lavoro pubblico per garantire efficienza ai servizi, avvio di opere infrastrutturali necessarie a connettere i territori meridionali fra di loro ed al Paese, anche in funzione di leva anticiclica contro la crisi, sottrazione dell'utilizzo dei fondi strutturali europei al patto di stabilità, che tra l'altro è anche causa della lentezza nella spesa degli stessi, investimento in formazione, cultura ed istruzione pubblica, adeguata valorizzazione delle risorse energetiche che il sud, ed in special modo la Basilicata, mettono al servizio del Paese” .Sono queste secondo la Cgil “le questioni da affrontare se si vuole smettere di fare demagogia, anche attraverso una rinnovata collaborazione istituzionale tra governi regionali e nazionale, senza inciuci di sorta”.
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