Il consigliere regionale dell’Udc ha presentato una proposta di legge diretta a disciplinare gli aspetti relativi alla tutela della salute pubblica nell’ambito delle funzioni e dei servizi correlati al decesso di ogni persona
Mollica fa esplicito riferimento “al rispetto della dignità, delle convinzioni religiose e culturali e del diritto di ognuno di poter scegliere liberamente la forma di sepoltura o la cremazione” e spiega che “la proposta di legge consentirà la promozione dell’informazione sulla cremazione e su forme di sepoltura di minore impatto per l’ambiente, nel rispetto dei diversi usi funerari propri di ogni comunità. Le attività funerarie, sia funebri che cimiteriali, rappresentano un settore imprenditoriale finalizzato ad assicurare un diritto individuale e universale quale è quello di poter svolgere atti di pietà e di memoria nel confronti dei propri defunti, da considerarsi al pari degli altri diritti primari di ‘cittadinanza’, nello svolgimento di funzioni di regolazione e gestione che rimangono in capo ai Comuni”.<br /><br />“L’ordinamento funerario italiano – ricorda Mollica – frutto di pochi articoli del testo unico delle leggi sanitarie, di cui al decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e di diversi regolamenti statali di polizia mortuaria, di cui l’ultimo attualmente vigente è il Decreto del Presidente della Repubblica 10 settembre 1990, n. 285, prevede ancora oggi un impianto che poco si discosta da quello consolidatosi sul finire dell’Ottocento. Solo le innovazioni che sono state introdotte dalle legislazioni regionali, intervenute nell’ultimo decennio, hanno contribuito a modernizzarlo, offrendo agli operatori la possibilità di qualificare i propri servizi e accrescere la propria professionalità ed alle famiglie opportunità nuove per curare adeguatamente e senza difficoltà l’ossequio ed il commiato ai propri defunti. Ben 15 Regioni, ad oggi – precisa il consigliere – hanno legiferato sulla materia senza limitarsi a normare i soli aspetti della cremazione, della dispersione delle ceneri in natura e della conservazione domiciliare delle ceneri, possibilità introdotte dalla nota Legge Nazionale n.130 del 2001. Le disposizioni regionali proposte, aggiornando ed adeguando il quadro legislativo, mirano ad accrescere la trasparenza nel settore ed a definire con precisione gli ambiti di intervento dei vari soggetti, eliminando sul nascere le opportunità del malaffare soprattutto nel rapporto tra funeraria e strutture sanitarie”.<br /><br />“Con la proposta di legge – sottolinea Mollica – si intende prendere compiutamente atto del valore sociale e della rilevanza generale delle attività funerarie, confermando i preminenti aspetti sanitari di questa attività e, anche alla luce di oltre dieci anni di vigenza delle norme regionali per il settore, garantire il raggiungimento di importanti risultati quali la riorganizzazione della tipologia di operatori cui è consentito svolgere attività funebre; la definizione delle Case funerarie, ed in genere delle strutture per il commiato, strutture al servizio delle famiglie, quali spazi adeguati e dignitosi per l’accoglienza dei defunti e per l’esercizio di pratiche cerimoniali, come la veglia ed il commiato; l’adozione di regole che difendano l’effettiva libertà di scelta delle famiglie colpite da un lutto, assicurando loro una corretta informazione nel momento del bisogno permettendo alle stesse di comprendere immediatamente quale sia il soggetto a cui stanno affidando l’esecuzione del servizio funebre del proprio caro”.<br /><br />“Per quanto attiene, infine, l’aspetto più burocratico la proposta – conclude Mollica – mira a riconfigurare le attribuzioni pubbliche nel settore, definendo i compiti dei Comuni nell’ambito delle attività funebri e delle attività cimiteriali, introdurre, anche nella nostra regione, delle sperimentate innovazioni cimiteriali funzionali alla corretta gestione dei cimiteri ed alla possibilità di rispondere alle nuove domande dei cittadini in una società multietnica e definire sanzioni rigorose a garanzia del rispetto delle norme”.<br />