Il capogruppo del Psi: “Non è sufficiente dimostrare più attenzione all'impresa se ciò non sarà efficace e risolutivo, se non si accompagna a quella logica di programmazione integrata che tenga presente le nostre peculiarità”
“E' mia convinzione che il Patto di stabilità non ha bisogno né di un atto di disobbedienza amministrativa ‘tout court’, come si dice uno sforamento, almeno in queste condizioni e con lo scenario delle prescrizioni e sanzioni previste, e tanto meno ha bisogno di un ‘pressing gentile’, un alleggerimento, come si intende definirlo. Oggi c'è bisogno di un allentamento rapido della stretta, anche per l'arrivo di un nuovo vento in Europa, quello francese di Hollande che, con i socialisti, ha portato idee e proposte diverse, se non alternative alla strategia economica dei governi europei di centrodestra”.
A sostenerlo è il capogruppo del Psi Rocco Vita, per il quale “bisogna agire sui tre livelli (quello europeo, quello romano e quello, naturalmente, regionale) per raggiungere risultati importanti anche in Basilicata. Nella conferenza dei Presidenti delle Regioni ho visto prevalere una ‘tendenza montiana tout court’, nel senso che la conferenza doveva sollecitare ad anticipare alcuni provvedimenti, quelli che noi definiamo, tra virgolette, sulla crescita. A mio parere, intervenire a Potenza significa intervenire incalzando Monti a livello centrale, quindi ritrovare un nuovo equilibrio fra quel rigore profuso a piene mani dal Premier e a tutti noto, e l'equità e la crescita; intervenire a Potenza significa intervenire con una ‘operazione sartoriale’ sulla delibera di Giunta regionale (la 222 del 2 marzo scorso), operazione sartoriale che però avrebbe bisogno, di ulteriori informazioni e dati”.
Secondo Vita “il nuovo contesto ci permette e ci sollecita ad introdurre nel Patto di Stabilità modifiche e provvedimenti molto più rapidi, modifiche che non solo ci vengono, a ragione, richieste dal mondo imprenditoriale che oggi, come non mai, si trova nell'orlo di un abisso, e ci vengono richieste dalle condizioni veramente drammatiche della nostra comunità e, recentemente, anche dai nostri Vescovi. Non si può non dare risposte immediate al mondo imprenditoriale: oggi la vera priorità e la vera novità che si deve introdurre è quella di far rientrare, fra i costi indifferibili, anche quelli alle imprese, almeno alcuni costi indifferibili, è una condizione senza la quale la ripresa continuerà ad essere molto lontana. Pertanto, non vi è dubbio che bisogna spingere fino al limite sulla verticalizzazione del patto”.
Per il capogruppo del Psi, inoltre, “sarebbe stata necessaria più informazione per verificare se ci sono ulteriori margini, in quanto i dati disponibili non ci mettono nelle condizioni di poter dare un ulteriore contributo. Ho l'impressione – afferma ancora Vita – che si stenti a trovare quella sintonia tra Regioni ed Enti locali ed anche tra i vari Enti locali. Su questo io penso che ci sia molto da lavorare, come pure avrei voluto sentire parlare non solo del patto verticale, per capire se il patto orizzontale è una nostra rinuncia, oppure visto che è una delle nostre possibilità, già abbiamo rinunciato a priori. Penso che è proprio nel patto regionale, nel suo complesso e nella sua intelligente applicazione che si potranno trovare rapide risposte e risorse disponibili. Penso anche ad altre forme più recenti di intervento alle quali offrire agevolazioni burocratiche e rapide autorizzazioni, mi riferisco soprattutto al project financing, per cui creare delle condizioni di agevolare dal punto di vista burocratico e rapide autorizzazioni potrebbero sicuramente portare un loro contributo, senza dimenticare naturalmente la spesa improduttiva. Spesso mi chiedo, ed i lucani si chiedono, ci saremmo trovati in queste condizioni se avessimo fatto quelle riforme strutturali da tutte auspicate e da tutti annunziate nel passato? Mi riferisco, per semplificazione, all'accorpamento di alcuni Enti, consorzi di bonifica, Ater, Asi, al riordino in agricoltura che sta a cuore un po' a tutti, ma penso anche ad alcuni Enti subregionali, mi riferisco soprattutto a Sviluppo Basilicata ed altri. Abbiamo fatto una verifica puntuale sui risultati? Sono questi i risultati che attendevamo da questi Enti?”.
“Per questo, in verità – aggiunge ancora Vita – , dalla relazione del Presidente mi sarei aspettato qualcosa in più anche se a tutti a noi non sfuggono le difficoltà. Non è sufficiente dimostrare più attenzione all'impresa se ciò non sarà efficace e risolutivo, se non si accompagna a quella logica di programmazione integrata che tenga presente le nostre peculiarità, che tenga presente le nostre differenze territoriali, che tenga presente le varie anime della nostra società, quella dei giovani, dell'impresa, dei nuovi bisogni, dei nuovi disagi, del ceto medio. Saper mettere una pezza oggi – è questo il lavoro sartoriale a cui penso – e delineare un progetto – preferisco definirlo un'idea per la Basilicata – oggi è fondamentale, non solo per orientare, per dare una prospettiva, una speranza, oggi è fondamentale per avviare un processo di crescita. A me piacerebbe non solo la crescita, a me piace parlare più di sviluppo che di crescita che sappiamo che è ben altra cosa, è fondamentale per ritrovare un diverso equilibrio tra rigore, equità e crescita: questo è il vero problema”.