“Creare le condizioni perché l'uscita dalla crisi non ci trovi impreparati dal punto di vista dei diritti del lavoro e delle potenzialità delle imprese”
“Firmiamo un documento che deve essere un punto di partenza e non di arrivo.
Oggi c'è un profondo bisogno di responsabilità e di un pensiero lungo che ci consenta di guadare il pantano nel quale ci troviamo. Crediamo che il Paese abbia bisogno di essere ricostruito nel suo senso comune, nella sua scala di valori e nella difesa dei principi democratici attraverso una nuova coesione sociale e territoriale che prenda le mosse dal Mezzogiorno. Una regione, seppur piccola come la Basilicata, deve fare la sua parte fino in fondo e portare al centro della sua visione strategica il lavoro e i suoi diritti”. Così il segretario generale regionale della Cgil lucana, Antonio Pepe.
“Per far avanzare un progetto condiviso dalla società lucana è necessario che ogni soggetto eserciti i ruoli e le funzioni proprie per il bene comune, per creare le condizioni di uno sviluppo sostenibile e duraturo.
Non pensiamo che questo documento sia la panacea di tutti i mali, ma certo può rappresentare un buon inizio per far ripartire gli investimenti pubblici e privati.
I lavoratori, il sistema delle imprese, la Regione, hanno bisogno di tornare in contatto, di dialogare costantemente, di rappresentare la realtà nella quale viviamo e che dobbiamo partecipare a rendere migliore, dove ognuno possa sentirsi a pieno titolo parte di una grande comunità in cui i diritti di cittadinanza siano rispettati e la democrazia diventi sostanza della partecipazione. Il sindacato è impegnato – ha continuato Pepe – in modo unitario e questo documento ci può mettere in condizione di intervenire nello spazio di un tempo certo, in una situazione molto degradata, mettendo insieme le parti sociali e le istituzioni pubbliche, puntando su nuovi investimenti nei settori strategici e soprattutto su un piano per il lavoro che prenda le mosse dalle agevolazioni del credito di imposta, che sia incentrato sulla creazione di nuova occupazione per giovani laureati e diplomati e soprattutto donne fino a 35 anni, visti gli ultimi dati Istat sull'occupazione che ci presentano una situazione disarmante con una donna su due che non lavora, favorendo un nuovo modello di mercato del lavoro orientato a criteri oggettivi e finalizzato alla ripresa dell'apparato produttivo, superando il metodo clientelare anche come costruzione del consenso politico.
Solo puntando sui giovani e sulle forze sane del nostro territorio possiamo creare i presupposti per la ripresa e costruire un futuro diverso, anche perché la promessa di questo Governo di politiche nazionali per il Mezzogiorno si sta sciogliendo come neve al sole.
Tra i vari strumenti previsti nel documento ci preme ricordare il contratto di settore, il quale deve prevedere sempre la clausola di salvaguardia sociale per assicurare continuità lavorativa in caso di cambi di appalto e continuità d'inquadramento e anzianità professionale anche mediante attività di formazione, oltre a garantire condizioni di sicurezza uniformi per tutte le imprese e i lavoratori che operano in un determinato sito industriale o filiera produttiva.
Infine segnaliamo come tassello fondamentale di una reale azione di ripartenza – ha concluso il segretario regionale della Cgil – il sostegno al reddito per le famiglie dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, a causa della drammatica crisi che stiamo vivendo, e che difficilmente ci potranno rientrare. Dobbiamo creare le condizioni perché l'uscita dalla crisi non ci trovi impreparati dal punto di vista dei diritti del lavoro e delle potenzialità di investimento per le imprese e con questo documento mettiamo una prima pietra nel cammino verso il futuro”.
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