Per il capogruppo Lb-Fdi “questa Regione è assetata di trasparenza e non vediamo perché, se nulla c’è da nascondere, si arriva alla aggressione fisica e, soprattutto, perché la Regione faccia orecchie da mercante”
“Nel permettere all’azienda di iniziare i lavori, è stato preso in considerazione il mutamento delle condizioni ambientali, dovute alle sopravvenute istallazioni di impianti eolici nelle vicinanza e soprattutto alla legge regionale n. 54 del 30 dicembre 2015 che pone un divieto di installazione impianti da fonti di energia rinnovabili in quei Comuni? Se la zona interessata dalle opere è classificata come agricola, con quale atto regionale è stata autorizzata la deroga alla zonizzazione comunale con la realizzazione di impianti eolici in zona agricola?”.<br /><br />Sono alcuni degli interrogativi che il capogruppo di Laboratorio Basilicata – Fratelli d’Italia Gianni Rosa ha rivolto al presidente della Regione Marcello Pittella con una interrogazione relativa al Parco eolico in costruzione nei Comuni di Tolve, Oppido Lucano, Irsina e Genzano di Lucania.<br /><br />“Di questa vicenda in questi giorni si è parlato molto – afferma Rosa -. Quando si arriva all’aggressione di cittadini e giornalisti, che chiedono spiegazioni sulle procedure e sulle autorizzazioni, vuol dire che la situazione sta degenerando. Questa Regione è assetata di trasparenza e non vediamo perché, se nulla c’è da nascondere, si arriva alla aggressione fisica e, soprattutto, perché la Regione faccia orecchie da mercante. Solidarietà. Certo, solidarietà agli aggrediti. Ma non basta. Non basta perché è evidente che se ci limitasse ad esprimere la vicinanza, un rappresentante dei cittadini non farebbe granché”.<br /><br />Per questo, con l’interrogazione presentata, Rosa chiede al presidente della Giunta “di rispondere a tutti i quesiti dei cittadini e dei giornalisti rimasti inevasi: come è possibile che la proroga dei termini richiesta dalla azienda è stata respinta per non aver dato inizio ai lavori entro un anno dal giudizio di compatibilità ambientale e poi viene accettata l’istanza di rideterminazione dei termini?<br />Ma poi: esiste la possibilità di rimettere in termini un privato che non ha rispettato un termine perentorio fissato dalla stessa pubblica amministrazione? Non avrebbero dovuto, più correttamente, far decadere la procedura? A tutte queste domande – conclude Rosa – dovranno dare una risposta ufficiale. Con questo speriamo di essere riusciti a fare quello che ci prefiggiamo da sempre: essere la voce dei cittadini”.<br />