Parco archeologico Venosa, Mollica presenta interrogazione

Per il capogruppo regionale dell’Udc: “Non si può tollerare la superficialità con cui viene trattata un’area archeologica di pregio, rischiando di compromettere l’immagine turistica della cittadina Oraziana”

&ldquo;E&rsquo; mortificante constatare come la potenzialit&agrave; attrattiva del nostro patrimonio storico – culturale stia miseramente naufragando&nbsp; per colpa di scelte adottate dalla Soprintendenza Archeologica di Basilicata che, nel caso di Venosa, preferendo&nbsp; rinnovare l&rsquo;adesione al progetto del Mibac &lsquo;una notte al Museo&rsquo;&nbsp; &egrave; andata a scapito&nbsp; della fruizione pomeridiana del parco archeologico, interrotta dal 1 giugno scorso, facendo&nbsp; trovare i cancelli chiusi ai malcapitati visitatori che si sono dovuti accontentare di sbirciare, tra la recinzione, nella speranza di un ripensamento&rdquo;. E&rsquo; quanto dichiara il consigliere regionale dell&rsquo;Udc, Francesco Mollica, che ha presentato un&rsquo; interrogazione sull&rsquo;argomento.<br /><br />&ldquo;Non si pu&ograve; accettare &ndash; continua Mollica – che un&rsquo;autonoma&nbsp; decisione dettata solo da una&nbsp; carenza del personale di custodia, possa generare&nbsp; pesanti ripercussioni&nbsp; sulla comunit&agrave; venosina ed in primis sugli operatori turistici che sono stati costretti a disdire le visite di gruppi gi&agrave; programmate, con grave nocumento per l&rsquo;economia locale. Soprattutto quando il tutto si consuma nella pi&ugrave; totale indifferenza dell&rsquo;istituzione locale.Tanto meno&nbsp; si pu&ograve; tollerare la superficialit&agrave; con cui viene trattata un&rsquo;area archeologica di pregio, rischiando di compromettere l&rsquo;immagine turistica della cittadina Oraziana che ha puntato sul&nbsp; fascino&nbsp; del patrimonio archeologico, quale attrattore principale capace di drenare il flusso turistico, con ricadute importanti sullo stesso&nbsp; sistema economico locale e&nbsp; regionale. Pochi siti possono garantire la concentrazione di resti monumentali appartenenti ad epoche diverse, dal paleolitico all&rsquo;et&agrave; medievale. Venosa pu&ograve; farlo. E la stessa Regione ha investito risorse in questo settore, con specifici strumenti istituzionali di concerto con il Ministero dei Beni culturali ed&nbsp; altre partnership locali, per&nbsp; attivare una azione di programma capace, da un lato di favorire ed implementare la tutela, la conservazione, la valorizzazione del patrimonio storico e culturale presente in regione, dall&rsquo;altro di individuare&nbsp; una vera e propria &lsquo;rete territoriale&rsquo; che&nbsp; potesse integrare le risorse storico – culturali con l&rsquo;ambiente ed il paesaggio&nbsp; in itinerari e pacchetti turistici, differenziati, al fine di attrarre i flussi turistici dalle regioni limitrofe e di trasformare il turismo &lsquo;escursionista&rsquo; in turismo qualitativamente pi&ugrave; stabile e quantitativamente pi&ugrave; rilevante&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Per questo &ndash; conclude Mollica – non pu&ograve; essere condivisa la scelta&nbsp; adottata dalla Soprintendenza di&nbsp; optare per una fruizione notturna dei beni archeologici, fuori dai consueti orari di visita e per questo&nbsp; pi&ugrave; limitata, a scapito di quella pomeridiana sicuramente pi&ugrave; frequentata, e chiedo al presidente della Giunta e all&rsquo;assessore competente di convocare, con urgenza, un tavolo tecnico, chiamando in causa la Soprintendenza,&nbsp; al fine di scongiurare la svalutazione del bene culturale ,conseguenza&nbsp; del provvedimento adottato, e permettere al parco archeologico di continuare ad esprimere le sue potenzialit&agrave; : culturali e turistiche, consentendo ai turisti che risentono del richiamo del famoso pathos, di&nbsp; esaudire il loro desiderio&rdquo;.&nbsp;<br /><br /><br />

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