Parata dei Turchi a Potenza, il “cinto” della scuola Torraca

Una nuova consapevolezza che il patrimonio di storia, cultura e tradizioni che la Parata dei Turchi  porta con sé: questo l’obiettivo che ha spinto gli alunni della IV A e B della scuola Torraca – Bonaventura di via del Popolo, guidati dalla preside Peppina Arlotto e dalle insegnanti Miriam Magarelli e Stella Imperatore, a “sposare” il progetto proposto dall’Associazione “Io Potentino” per la costruzione del “cinto” in onore di San Gerardo. L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai ragazzi che hanno lavorato per realizzare il loro personalissimo “cinto”. E saranno proprio loro, il  29,  a indossare i foulard dei “cintari” e a portarlo in spalla nella tradizionale sfilata.
Il “Cinto ”, riportato per il quarto anno dall’Associazione “Io Potentino” a far parte nuovamente della festa patronale come simbolo di devozione, è stato progettato, ideato ed allestito dagli alunni mescolando insieme fantasia e tradizione, usando fiori semplicie coloratissimi e candele realizzate con la carta. Il tutto sarà in una cornice di balli e canti popolari che testimoniano l’amore e la conoscenza delle nuove generazione verso le proprie tradizioni. Il “cinto” è stato presentato nei giorni scorsi  nell’atrio della scuola di Via del Popolo al presidente dell’Associazione “Io Potentino” Francesco Romagnano, di uno dei membri del Comitato Tecnico-scientifico della Parata dei Turchi, Angelo Rosario Avigliano, e di due figure storiche della tradizione potentina Dino Bavusi e Melina Caggiano, meglio conosciuti come “ Zì Gerard’ e Zì Carmela”.
“Il percorso di conoscenza del territorio e delle proprie tradizioni – ha spiegato la preside Arlotto – è cominciato, per gli alunni delle classi coinvolte l’anno scorso con il premio “ Prima e dopo San Gerardo” , essendo stati protagonisti di disegni e poesie “ Sull’immagine di San Gerardo nel tempio di marmo” dimostrando di aver acquisito padronanza e conoscenza della storia potentina e del suo santo patrono . Quest’anno con la costruzione del “cinto”  i ragazzi hanno scoperto che costruire con le proprie mani, con la propria fantasia e con il proprio entusiasmo qualcosa di unico e personale da regale a San Gerardo, è segno tangibile di devozione e fede. Trasmettere  l’amore per le tradizioni nelle giovani generazioni – ha concluso – è il modo migliore per rafforzare il sentimento di appartenenza, necessario soprattutto in un momento così particolare come l’attuale in cui la velocità dei nuovi canali di comunicazione può impoverire la memoria storica e indebolire il senso dell’identità dei nostri paesi”.

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