"Verrebbe spontaneo interrogarsi, in questo “turbinio” di disvalori, se non è provocatoriamente il caso di “dimettersi da italiani”, come amava ripetere il buon Angelo Manno, ogni qualvolta si affacciava sul video dello storico Canale 21 percommentare la Sua famosa rubrica “ Il Tormentone”.
Si potrebbe obiettare che tutto ciò è frutto della globalizzazione, non solo economica e delle produzioni, ma degli stessi costumi; una globalizzazione che induce ad abbattere diritti, a creare nuove povertà, a rendere l’ambiente più contaminato e depredato, a ridurre le sicurezze personali e collettive; ma anche ad accettare, senza troppo scandalizzarsi, il degrado morale, la decadenza delle virtù e, più in generale, la tacita acquiescenza alla caduta inverticale dell’etica politica". Lo afferma in una nota il presidente dell'Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti) di Potenza Antonio Papaleo.
"Pur non volendo fare la “cassandra “, – prosegue – bisogna prendere atto e preoccuparsi di quanto va accadendo nel mondo che cicirconda, dalla Tunisia all’Albania, dai precari della scuola agli studenti universitari ed ai ricercatori in lotta, dal lavoro che manca e che si perde ai diritti dei lavoratori che vengono conculcati, dalla questione meridionale irrisolta e ignorata al federalismo “strabico“ che si intende adottare, e su “per li rami” fino ad un Governo Nazionale che non governa (come denuncia la Marcegaglia – Presidente di Confindustria ) e ad un continuum di vessazioni e di balzelli che stanno mettendo sempre più in forse tanti istituti oramai acquisiti, dopo lotte di decenni, e che passano sotto il nome di Sanità giusta, di Scuola per tutti, di Welfare a misura di cittadino, di Salubrità e Decoro urbano, etc.. Occorre, pertanto, un soprassalto di consapevolezza che induca il cittadino, ogni cittadino, ad uscire dalle “comode“ logiche della delega senza controllo, a pretendere la partecipazione democratica, a tornare ad impegnarsi negli Organismi di Rappresentanza Sociali e Categoriali, a non indugiare in quella sorta di apatia che, di fatto, ha prodotto le “incrostazioni“ presenti e di cui amiamo solo lamentarci.
In uno, tornare ad essere “Cittadini Attivi e Partecipi“, orgogliosi di vivere e dare il proprio contributo alla crescita morale, culturale, sociale e produttiva del proprio Paese.
Nelle prossime settimane, – spiega Papaleo – come UCID dedicheremo un autonomo e specifico approfondimento delle tematiche richiamate, riflettendo e dibattendo il Rapporto Nazionale UCID 2010-2011 dal titolo: “ DISCERNERE-PARTECIPARE-ACCOMPAGNARE“, e ciò per dare conto della speranza cristiana di cui riteniamo essere portatori.