Il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale si rivolge al presidente della Regione e chiede l’attivazione di un tavolo per discutere del futuro della struttura dopo le proposte di razionalizzazione del Ministero della Giustizia
Il capogruppo del Popolo della Libertà alla Regione Basilicata, Nicola Pagliuca, ha chiesto ufficialmente al presidente della Giunta regionale Vito De Filippo l’apertura di un tavolo per discutere sul futuro del tribunale di Melfi, la cui esistenza è messa in discussione dalle proposte di razionalizzazione del Ministero della Giustizia. “Il Governatore De Filippo deve urgentemente aprire un tavolo – afferma l’esponente politico – aperto a tutte le istituzioni che hanno interesse alla difesa del tribunale e con il coinvolgimento delle categorie di rappresentanza del mondo forense. L’importanza di un Palazzo di Giustizia non deve essere valutato solo con criteri burocratici oppure di bacino di utenza, ma calibrato rispetto alla funzione ed alla connessione che ha con il territorio ed i fenomeni economici e sociali”.
Il consigliere regionale sottolinea però che “non si tratta di una mera difesa di campanile o di rivendicazione territoriale ma al contrario di una proposta costruttiva onde evitare che l’intera Basilicata possa perdere, oltre a un’importante presenza dell’apparato statale, anche servizi, la centralità dei suoi territori a vantaggio delle Regioni limitrofe. Strano paese l’Italia, dove qualcuno anni fa addirittura voleva assemblare le Regioni in macroregioni: la Lucania doveva essere divisa a colpi di matita tra Puglia e Campania. Strano paese l’Italia dove si fanno riforme della Costituzione, si parla di federalismo e poi si tende a ridurre od eliminare uffici e competenze invece di rafforzarle”.
“La valutazione sulla necessità della presenza dello Stato a Melfi deve essere complessiva e non limitata ad una semplice logica ragionieristica o di natura amministrativa”, afferma Pagliuca che pone l’attenzione “sulla posizione geografica del Melfese, confine naturale di tre regioni e ampio territorio di scambio economico, sociale e culturale di Basilicata, Campania e Puglia. Melfi è il fulcro di un’area interregionale dove c’è la Sata ed il suo indotto, una florida agricoltura, un crocevia di scambi e transiti. Tutto questo porta una complessità ed anche fenomeni di devianza criminale che hanno assediato quella area e che non devono e possono essere dimenticati. Il tribunale e la presenza dello Stato sono un importante deterrente che non va ridimensionato. Allo stesso Governo bisogna far giungere questo messaggio: i territori di confine vanno salvaguardati anche con la presenza simbolica delle istituzioni”.
“Se fosse solo un problema di natura finanziaria – conclude Pagliuca -, allora la Regione Basilicata tagli su spese improduttive e si faccia carico della salvaguardia del tribunale normanno. Lo stesso Comune di Melfi di certo non si sottrarrebbe ad un contributo pubblico. Melfi è anche un simbolo per il diritto e lo studio del diritto; non dimentichiamolo perché sarebbe un oltraggio alla nostra cultura ed alla nostra storia. Fu la capitale dei Normanni, la sede di cinque sinodi e soprattutto fu il luogo dove Federico II di Svevia emanò le Constitutiones Augustales, le famose Costituzioni di Melfi; un’opera fondamentale nella storia del diritto, che diede vita al primo Stato moderno al Mondo. L’appello che lancio al governatore De Filippo ed al mondo politico lucano è che il tribunale di Melfi non può chiudere e non deve chiudere. L’appello che lancio a tutta la comunità lucana è che la scomparsa di un pezzo di Stato danneggia tutta la Basilicata, la quale corre il pericolo di essere stritolata dal peso politico e dagli interessi delle regioni più grandi”.