Il consigliere regionale del gruppo Ial si riferisce alla dichiarazione di Michele Duino rilasciata al Tg3 Basilicata
“Soltanto cinque giorni fa, nella mia nota sull’ospedale di Melfi, dove dichiaravo che si tratta di una struttura capiente e all’altezza, parlai di interventi al limite dello sciacallaggio e altri colmi di denigrazione.
La conferma arriva proprio oggi dalla dichiarazione rilasciata da Michele Duino, del comitato diritto alla salute, ai microfoni del Tg3 Basilicata, e andato in onda nell’edizione delle 14.00, in occasione della manifestazione di protesta tenutasi questa mattina in Regione, per la raccolta firme contro il ridimensionamento sull’ospedale di Venosa. “Una legge maldestra, voluta e votata di notte lo scorso 4 agosto 2011”. E’ così che la definisce Duino la legge N° 17 del 2011”.
Ad affermalo il consigliere regionale del gruppo Ial, Ernesto Navazio, il quale sottolinea che “non si può dar voce a chi sostiene una causa senza cognizione di quello che sta affermando, spaventando così i cittadini e nello stesso tempo denigrando l’ospedale di Melfi e i suoi operatori che, insieme a quelli di Venosa, stanno dando atto delle loro professionalità anche in un momento come questo di totale imbarazzo per i due nosocomi. Le polemiche politiche, in cerca di visibilità e basta lasciamoli alla piazza. Il nosocomio di Melfi può contenere fino a 200 posti letto nel rispetto di tutti gli standard, vorrei ricordare a Duino, che, imbarazzato e allettato forse dall’attenzione che le telecamere Rai gli hanno prestato, ha parlato con frasi fatte o peggio ancora consapevole di mentire, dell’ospedale di Melfi come di una “struttura non idonea e carente di posti letto”.
“Ciò che occorre – sottolinea Navazio – è una medicina di qualità senza dubbio. Ma per mantenere la qualità del nostro servizio pubblico è necessario intervenire sui punti deboli del sistema: l’eliminazione di reparti ospedalieri inutili e doppioni spesso creati per affidare incarichi a un nuovo primario più che per reali esigenze organizzative, la concentrazione delle competenze specialistiche e la realizzazione di una collaborazione per affrontare le urgenze di un territorio. E che al centro delle discussioni, costruttive mi auguro sempre, si metta da parte il semplice populismo o lotte partitiche soprattutto quando di mezzo c’è la dignità e la salute del cittadino. Che si smetta di discutere su questioni che continuano a sfiduciare il cittadino verso il sistema pubblico sanitario”.