“Il prossimo passo deve essere una nuova legge per la manutenzione del territorio”. E’ il commento del presidente regionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Donato Distefano all'emanazione dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in attuazione della dichiarazione dello stato di calamità per l'alluvione dello scorso primo marzo nel Metapontino.
“Con il provvedimento – aggiunge Distefano – il Governo Monti, rispetto al Governo precedente, compie un atto di giustizia sociale superando l’assurda situazione di disparità creata con gli agricoltori di altre regioni danneggiate anch’esse da eventi alluvionali, ma non possiamo fermarci ai primi interventi di ristoro, per altro parziale, dei danni subiti ben otto mesi fa, senza favorire la ripresa delle attività ed aziende agricole del Metapontino e soprattutto pensare alla prevenzione. Inoltre, la cosiddetta riforma della governance agricola deve diventare una priorità nell’agenda della verifica politica in corso alla Regione, facendo in modo che i Consorzi, riorganizzati, costituiscano le strutture fondamentali per attuare un programma territoriale di sviluppo rurale, in stretta sintonia con i titolari delle aziende agricole ai quali affidare compiti specifici di manutenzione. Bisogna adeguare i Consorzi a nuove attività riferite al riciclo dell’acqua, alla produzione di energie rinnovabili sino alla certificazione di qualità dei territori rurali”.
Nel sottolineare che la Cia, proprio in questi giorni che registrano nuovi tragici eventi alluvionali nelle regioni del Sud, ha deciso di “rispolverare” una proposta di iniziativa popolare «Ristrutturazione del territorio nazionale e potenziamento dell’agricoltura per il riequilibrio territoriale, produttivo e sociale” presentata alla Camera dei Deputati nel giugno del 1994 con la raccolta di oltre 65 mila firme, Distefano anche in qualità di vice presidente nazionale dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche impianti irrigui), sottolinea che gli eventi alluvionali nel solo 2010, dalle prime stime dell’Anbi, hanno prodotto danni per oltre 3 miliardi di euro;