Open Days, De Masi: Nella cultura la nostra storia

Una vera e propria storia della cultura, dalla Mesopotamia ai giorni nostri, per capire meglio il nostro presente e, soprattutto, per prepararci meglio al nostro futuro. La Lectio magistralis offerta dal sociologo Domenico De Masi, seguita in religioso silenzio dal numerosissimo pubblico, ha attraversato le diverse nozioni di cultura per arrivare a rispondere a un interrogativo: come sarà la nostra società nel 2020?

“Tutto quello che hanno fatto gli esseri umani per vincere la sfida con la natura è la cultura. Abbiamo tre tipi di bagagli culturali: la cultura ideale (il linguaggio, le religioni, le credenze, etc.), un bagaglio enorme che un bambino eredita dalla società; abbiamo la cultura tangibile, quella che si tocca con mano (le case, la piantagione, etc.); abbiamo la cultura sociale (gli usi, i costumi, i confitti, le feste patronali e tutto quello che accompagna la nostra vita). Questi tre bagagli si modificano nel tempo".
De Masi si è quindi soffermato sui tre modelli di società conosciuti dall'uomo. "Abbiamo vissuto il tempo della società rurale, dalla Mesopotamia fino al 1700; poi è arrivata la società industriale, dal 700 fino all'immediato dopoguerra, e oggi viviamo la società post industriale. Con la società industriale i ritmi si sono accelerati ed è nata un nuovo tipo di cultura, quella moderna, in cui ha avuto il primato il razionalismo. La società industriale grazie al progresso scientifico e tecnologico, la globalizzazione, la scolarizzazione di massa in pochi anni si è trasformata in cultura post industriale in cui al centro non c'è più nè l'agricoltura, nè l'industria, ma la produzione di beni immateriali, servizi, informazioni, i simboli, i valori, l'estetica. Per la prima volta in una società il tempo libero è di gran lunga superiore al tempo di lavoro. E in questo contesto anche i valori cambiano. Prima si privilegiava l'efficienza, la gerarchia, la divisione del lavoro, oggi si privilegiano la soggettività, l'estetica, l'emotività e la qualità della vita. Infine, c'è una nuova concezione del lusso. In passato era la ricchezza, oggi la cosa più rara è il tempo. Altri lussi della società post industriale sono il silenzio, la sicurezza, la bellezza, la convivialità".
E la società del prossimo futuro come sarà? De Masi ha riunito una trentina di studiosi, manager, professionisti in Brasile e altrettanti in Cina per capire oggi che società saremo nel 2020. Ed ecco i dieci trend: "Sarà una società più longeva e le persone invecchieranno negli ultimi due anni della loro vita; sarà una società tecnologica, un chip sarà grande quasi quanto un neurone umano; sarà una società più ricca, ma con pesanti disuguaglianze; i lavori manuali saranno assorbiti dalle macchine ed i creativi avranno la parte centrale del mercato; teleapprenderemo, telelavoreremo, teleameremo, ci teledivertiremo; sarà sempre più difficile dimenticare, perdersi, annoiarsi, isolarsi; si avrà più tempo libero; sarà una società androgina in cui le donne si ritroveranno al centro del sistema sociale; più attenzione all'etica, ma anche più diseguaglianze; l'estetica diventerà uno dei principali fattori competitivi; la cultura, l'omologazione globale prevarrà sull'identità locale e il modello di vita americano verrà sostituito da quello cinese. Tutti fattori di cui Matera, anche alla luce della sua candidatura di capitale europea della cultura, dovrà tenere conto. La competizione avverrà sul piano scientifico e la proposta culturale di Matera deve saper guardare al mondo, ma con i piedi ben ancorati alla sua storia e alla sua specificità. E anche se Matera non dovesse vincere, sicuramente crescerà".

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