“Le indicazioni ufficiali che vengono da Bruxelles per i nostri olivicoltori non sono affatto tranquillizzanti. L’olivicoltura, in particolare, rischia di essere fortemente penalizzata”. E’ quanto segnala Paolo Carbone, responsabile dell’Ufficio Economico della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori riferendo che “le proposte della Commissione Europea non tengono conto ad oggi del ruolo ambientale e di valorizzazione del territorio che il settore svolge. Secondo Cia e Cno (Consorzio Nazionale Olivicoltori), la nuova Pac dovrà prevedere misure specifiche dedicate al mantenimento di questo tipo di olivicoltura. Ma alla Pac dovrà necessariamente accompagnarsi una politica settoriale nazionale, complementare agli interventi comunitari con misure rivolte all’innovazione produttiva, alla promozione, alla facilitazione dell’accesso al credito. Di qui una lista di proposte per la tutela e lo sviluppo del comparto oleario italiano. Si tratta di misure che puntano a migliorare la competitività delle imprese superando l’eccessiva frammentazione del settore, a concentrare l’offerta per ottenere una migliore collocazione del prodotto sul mercato, a valorizzare la produzione “made in Italy” a tutti i livelli.
Purtroppo – aggiunge Carbone – i nostri produttori devono difendersi dalle speculazioni e dalla crisi di mercato: un litro di extravergine convenzionale (senza dop) è mediamente venduto a 3,1 euro se sfuso e a 5,60 euro se confezionato, con una maggiorazione dell’82%. Nel caso dell’extravergine bio, sempre più richiesto dai consumatori, invece si registrano per il prodotto confezionato prezzi più che raddoppiati rispetto allo sfuso: 6,7 euro contro i 3,3 euro al chilo. Per questo occorre impegnarsi per ottenere, dopo la dop dell’olio del Vulture, la dop unica per tutto l’olio extravergine prodotto in Basilicata, la costituzione del Distretto Rurale dell’olio per preservare le vocazioni produttive dei singoli territori e offrire servizi agli agricoltori, misure per sostenere il giusto reddito agli olivicoltori, un Piano di settore olivicolo legato alla programmazione dei fondi europei PSR 2007-2013.
Il comparto in Basilicata – secondo i dati contenuti nel Piano olivicolo nazionale del ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali – conta su 29.000 ettari di superficie olivetata, una produzione di olio di pressione pari a 6.533 tonnellate l’anno e 142 frantoi in attività. Si è atteso più di due anni, ma da questo Piano -afferma Carbone- non vengono risposte concrete ed incisive ai gravi e complessi problemi dei nostri produttori che fanno i conti con costi in continua ascesa, con prezzi delle olive in drammatico crollo e con redditi sempre più falcidiati.
BAS 05