Occupazione, Romaniello: “Le bugie del Governo Renzi”

Il consigliere del Gruppo misto nel riferirsi ai dati Istat, Inps, Inail e Ministero del lavoro evidenzia “il degrado del mercato del lavoro” e sollecita “un fronte comune a sostegno della proposta Cgil per aprire una nuova stagione sui diritti”

&ldquo;Da ieri Istat, Inps, Inail e Ministero del lavoro hanno emanato una nota trimestrale congiunta sullo stato dell&rsquo;occupazione in Italia. Uno strumento questo che da oggi sar&agrave; un&rsquo;arma in pi&ugrave; per proteggerci dalla becera opera di disinformazione praticata dai governi che hanno tutto l&rsquo;interesse politico per ragioni elettorali a non divulgare dati reali ed attendibili, dati falsati che a quanto pare, per&ograve; non hanno condizionato l&rsquo;elettorato a votare s&igrave; al referendum costituzionale di dicembre, anzi, probabilmente le fandonie sulla crescita dell&rsquo;occupazione hanno indotto, soprattutto l&rsquo;elettorato giovane a votare no, in quanto non basta divulgare tramite mass media dati fasulli, perch&eacute; fuori la Tv c&rsquo;&egrave; il paese reale che, aim&egrave; vive sulla propria pelle uno stato di forte degrado del mercato del lavoro e di vera precariet&agrave;&rdquo;. Cos&igrave; il consigliere regionale del Gruppo misto, Giannino Romaniello.<br /><br />&ldquo;A poco meno di due anni dall&rsquo;entrata in vigore delle misure previste dal Jobs Act &ndash; prosegue il consigliere – le principali criticit&agrave; del mercato del lavoro italiano sono ancora tutte evidenti, e non c&rsquo;&egrave; alcun segnale di una inversione di tendenza. Anzi, per molti aspetti, primo fra tutti la questione del precariato, i risultati periodicamente rilevati dall&rsquo;Istat e dall&rsquo;Inps mostrano un peggioramento del quadro generale: secondo i dati Istat da gennaio 2015 a oggi la quota di occupati dipendenti con contratti a tempo determinato anzich&eacute; diminuire &egrave; cresciuta. Non solo, in parallelo si &egrave; ulteriormente diffusa una forma estrema di lavoro precario, il lavoro accessorio. In tal senso, secondo gli ultimi dati forniti dall&rsquo;Inps sono circa 121 milioni i voucher di cui 88 milioni usati. I vaucheristi sono pari a 47 mila lavoratori a tempo pieno. Insomma, alla faccia del superamento del dualismo del mercato del lavoro, si &egrave; assistito a un&rsquo;enorme iniezione di precariato&rdquo;.<br /><br />Per Romaniello &ldquo;se da un lato emergono dati lievemente positivi sull&rsquo;occupazione degli over 50, cresciuti di circa 79 mila unit&agrave; rispetto al secondo trimestre 2016 e di 344 mila unit&agrave; (+4,6%) rispetto al terzo trimestre 2016; il dato che scoraggia invece, riguarda l&rsquo;occupazione giovanile degli under 35 che cala di circa 55 mila unit&agrave; nel terzo trimestre precedente e di 29 mila rispetto a quello dell&rsquo;anno scorso. I dati forniti mostrano in maniera evidente che il jobs act non ha contribuito a creare nuova occupazione (nonostante la forte iniezione di risorse pubbliche), bens&igrave; ha eliminato le tutele contro i licenziamenti senza giusta causa, indicativo anche il dato relativo all&rsquo;analisi sulla composizione degli occupati dipendenti realizzata in base alle comunicazioni del ministero del lavoro: nel terzo trimestre 2016 &egrave; stato registrato un aumento congiunturale di 83 mila posizioni a tempo determinato e solo 10 mila a tempo indeterminato, dato che conferma il fatto che la stragrande maggioranza degli occupati in Italia &egrave; precaria&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Sulla base di quanto emerge dai dati di cui sopra, e augurandoci che la Corte Costituzionale dichiari ammissibili i tre referendum presentati dalla Cgil (la decisione &egrave; prevista l&rsquo;11 gennaio) che chiedono l&rsquo;abolizione del Jobs Act e il ritorno all&rsquo;articolo 18, la cancellazione dei voucher e il ritorno alle garanzie per i contributi dei lavoratori delle ditte che subappaltano lavori &ndash; conclude Romaniello – &egrave; necessario ricostruire un fronte comune a sinistra, come avvenuto per il referendum costituzionale, a sostegno della proposta della Cgil per aprire una nuova stagione sui diritti in grado di coniugare diritti e nuove esigenze di articolazione di orari e produzioni&rdquo;.<br />

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