I recenti dati sulla disoccupazione da un lato e sulla possibile mini ripresa annunciata (per l'ennesima volta) dagli esperti di Banca d'Italia – ripresa eventuale dei fatturati legati all'esportazione senza effetti sulla creazione di nuovo lavoro – così come le recenti vicende della Total o della Ex Cutolo in Basilicata, ci dicono in sostanza poche ma chiare cose: la prima, e più importante, che il lavoro non si crea agendo sulla costante riduzione di diritti, salario, contributi. E’ quanto dichiarano in una nota Alessandro Genovesi, Segretario Generale della Cgil Basilicata e Angelo Summa, Segretario Generale Cgil Potenza.
“Il nostro Paese – commentano gli esponenti sindacali – anche dopo la riforma Fornero e le recenti proposte contenute nel c.d. decreto del fare conta ancora il più alto numero di tipologie di lavoro non subordinato di tutti i paesi OCSE (ben 39), eppure perde occupati in termini sia assoluti che relativi da oltre 6 anni, a vantaggio o della disoccupazione reale o del lavoro nero (cresciuto in Italia di oltre duecentomila unità solo negli ultimi due anni e raggiungendo in Basilicata la quota record di circa 40 mila persone; dati Cgil). Non a caso il Piano del Lavoro di Cgil, Cisl e Uil Basilicata punta su politiche industriali in grado di concentrare le risorse pubbliche per rilanciare i settori che, a nostro modo di analizzare le attuali tendenze, possono generare il maggior valore aggiunto, indotti di qualità, filiere nuove legate a peculiarità del nostro territorio tali da consolidare nuove imprese durature nel tempo. Il tutto, aggredendo i fattori fondamentali di sviluppo: infrastrutture e logistica, conoscenza e innovazione. Come Cgil – cocnlude la nota – abbiamo scelto la strada più difficile ma anche più seria e soprattutto più utile per chi proviamo a rappresentare, a partire dai giovani lucani, a cui dobbiamo consegnare un futuro dignitoso, non certo un futuro da precari, disoccupati, ricattati permanenti".
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