Obblighi strutture accreditate, il Consiglio approva ddl

Le Aziende sanitarie in caso di inadempimenti delle strutture accreditate nei confronti dei propri dipendenti potranno anticipare le retribuzioni. L’Assemblea ha approvato all’unanimità anche una mozione inerente il Tribunale di Melfi

Il Consiglio regionale ha approvato oggi a maggioranza (con 19 voti favorevoli di Pd, Idv, Gruppo Misto, Mpa, Ial, Sel, Pu e Psi, e l’astensione del consigliere Santochirico del pd) un disegno di legge della Giunta sui rapporti tra aziende sanitarie e strutture private accreditate al Servizio sanitario regionale in materia di obbligo retributivo nei confronti dei dipendenti. Lo strumento legislativo perfeziona la disciplina generale per le ipotesi di inadempienza degli obblighi economici di natura retributiva da parte delle strutture accreditate e dà esecuzione all’ordine del giorno approvato in Consiglio regionale il 2 ottobre scorso relativo alla vertenza “Don Uva” di Potenza.

In particolare, con l’articolato si disciplinano le condizioni che possono portare alla sospensione dei pagamenti da parte dell’azienda sanitaria nei confronti della strutture private accreditate, stabilendo che “al fine di assicurare e garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza, qualora le strutture private accreditate risultino inadempienti in ordine alle retribuzioni relative al proprio personale, le aziende sanitarie, assegnati 10 giorni di tempo per l’erogazione delle spettanze maturate e non corrisposte, permanendo l’inadempienza contrattuale, sospendono ogni pagamento”.

Nel caso di mancato adempimento delle proprie obbligazioni da parte delle strutture, decorso inutilmente il termine di ulteriori 5 giorni, l’azienda sanitaria competente procede in nome e per conto dell’azienda inadempiente, all’anticipazione delle retribuzioni dovute e non pagate nella misura del 90 per cento dell’ultima mensilità erogata ai soli dipendenti. Tale procedura è attivabile per non più di due volte, e a fronte di ulteriori inottemperanze l’azienda sanitaria competente ha titolo ad avviare il procedimento di risoluzione del rapporto contrattuale con la struttura privata inadempiente.

Lo strumento legislativo è stato illustrato dal presidente della quarta Commissione consiliare (Sicurezza sociale), Rocco Vita, il quale ha sottolineato che “il ddl rappresenta una risposta di tipo sociale che si intende dare oggi alla nostra comunità che va nella direzione di dare continuità ai livelli essenziali di assistenza e dare sostegno ai dipendenti che vivono oggi un momento di difficoltà”. Sono intervenuti nel dibattito il presidente della Giunta De Filippo, l’assessore alla Salute Martorano e i consiglieri Napoli, Venezia, Rosa e Pagliuca (Pdl), Romaniello (Sel), Falotico (Mpa), Straziuso (Pd), Navazio (Ial), (Pdl), Mazzeo (Gruppo Misto) ed Autilio (Idv).

Il Consiglio ha inoltre approvato a maggioranza (con 14 voti favorevoli di Pd, Idv, Pdl e Gruppo Misto e 3 astensioni dei consiglieri Autilio dell’Idv, Mazzeo del Gruppo Misto e Scaglione dei Popolari uniti) un ordine del giorno collegato al ddl, proposto dal consigliere Venezia del Pdl, con il quale si impegna la Giunta “a verificare la possibilità di autorizzare il direttore generale della Asl a creare, presso un istituto di credito, un fondo specifico, intestato alla struttura privata accreditata per l’esclusiva erogazione dell’anticipazione delle retribuzioni dovute e non pagate”.

L’Assemblea in precedenza ha approvato, all’unanimità, una mozione d’iniziativa dei consiglieri Navazio (Ial), Romaniello (Sel), Mollica e Falotico (Mpa), Autilio (Idv), Mazzeo (Gm), Santochirico e Restaino (Pd), Vita (Psi), Pagliuca e Venezia (Pdl) e Scaglione (Pu) sulla soppressione del Tribunale di Melfi. Con il documento il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale “a reperire le risorse finanziarie necessarie da trasferire al Comune di Melfi nel prossimo quinquennio affinché questi si faccia carico degli oneri di gestione dei locali del tribunale e a ricorrere alla Corte Costituzionale contro le decisione assunta dal Governo nazionale per la chiusura del Tribunale della città federiciana”.

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