Nuovo piano sanitario, intervengono i Popolari Uniti

Il Segretario regionale dei Popolari Uniti, Antonio Potenza, ha convocato la consulta sanitaria del partito per un esame dei contenuti del piano sanitario alla vigilia della sua discussione in Consiglio. Queste le considerazioni emerse:
“Il nuovo piano sanitario che si appresta al giudizio finale del Consiglio regionale – si legge nella nota dei Popolari Uniti– è come un treno che ha finito la sua corsa: tutto quello che porta è la riproposizione delle decisioni già prese, sia in relazione a scelte fatte e consolidate (le reti, l’integrazione tra sociale e sanitario) sia in relazione a decisioni prese prima con la legge 17 del 2011, poi con la recente applicazione del decreto Monti sulle riduzioni del coefficiente nazionale dei posti letto. In questa corsa verso il nulla, durata due anni – continua la nota – si è poi perso il carrello più importante, riguardo ai distretti sanitari come momenti di gestione e di razionalizzazione della sanità territoriale. Ne è uscito così un sistema che sembra un alveare impazzito, dove tutti fanno tutto, si incrociano in tutte le direzioni, si mischiano e si separano a seconda di interessi specifici da tutelare. Il piano sanitario in approvazione è una mera operazione di marketing politico che ha portato da un lato a mimetizzare le scelte fatte a suo tempo dal Dipartimento, dall’altro a vestire di vacuità e di generalizzazioni gli impegni che ancora bisogna prendere, in relazione alla intervenuta crisi finanziaria del Paese. Il vero piano sanitario è stato fatto lo scorso anno, con la decisione di concentrare l’attività per acuti al San Carlo, al Crob e agli ospedali sedi di DEA e di riservare alle altre strutture attività sanitaria territoriale ovvero attività ospedaliera non per acuti. Chi si aspettava che il documento in approvazione portasse almeno l’indicazione dei modi e dei termini di una necessaria riorganizzazione territoriale, come logica prosecuzione delle decisioni adottate, rimane deluso, prevalendo ancora oggi la vecchia logica di “meglio non dire”. Anche sulle scelte a suo tempo fatte ci sono novità che ne annullano in parte l’efficacia, come la decisione di aumentare a dismisura il numero delle reti, o di lasciare il bed management disancorato da un modello di riorganizzazione dei Dipartimenti. La stessa scelta di passare da un modello di acquisti unificati ad una centralizzazione degli acquisti rimane priva di efficacia se non si mettono insieme tutti i provveditorati e gli uffici tecnici delle ex cinque ASL, nonché le risorse di ingegneria clinica presenti nel dipartimento dando vita ad una struttura che sia ad un tempo autonoma ed al servizio dell’intero sistema sanitario regionale. Così come non si capisce come, a fronte del rigetto dei distretti come governo sanitario territoriale, si mantengano in vita cinque capi aree nei settori dell’igiene pubblica, del Sian, della medicina del lavoro, della sanità veterinaria: un autentico pasticcio da parte di un governo della sanità che ha scelto la strategia di vivere alla giornata, nella speranza che serva ad allungare la vita. Il risultato di queste non decisioni –conclude la nota – si registreranno nei prossimi mesi, con l’incapacità di tenere sotto controllo la spesa e l’impossibilità di riempire di contenuti le strutture periferiche, sempre più marginali rispetto ad una visione di gestione dirigistica e Potenza centrica.”

bas 03

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