Pubblicati sul “New England Journal of Medicine” i risultati di una ricerca internazionale che ha coinvolto l’Irccs Crob di Rionero.
Una nuova importante scoperta in campo oncologico è stata pubblicata nel numero edito l'11 giugno 2011 dalla rivista americana “The New England Journal of Medicine”, la più importante rivista scientifica mondiale di Medicina. Si tratta del frutto di una ricerca multicentrica internazionale cui l’Irccs Crob di Rionero ha fornito un importante contributo. Allo studio, coordinato dal Prof. Brunangelo Falini, direttore della Cattedra di Ematologia dell’Universita’ di Perugia, hanno collaborato, oltre all’Istituto lucano, le Universita’ di Roma, Verona, Siena, Padova, Torino, Catania, Palermo, Bologna, l’Irccs Policlinico S. Matteo di Pavia, il dipartimento di Bioinformatica, l’Istituto di Genetica del Cancro della Columbus University di New York e laboratori di ricerca tedeschi e svizzeri.
“E’ un risultato di straordinaria rilevanza, ottenuto applicando metodologie molecolari e bioinformatiche assolutamente innovative” conferma Pellegrino Musto attualmente responsabile della Direzione Scientifica e direttore del dipartimento Onco Ematologico dell’Irccs Crob, nonché co-autore dello studio che spiega “l’analisi del Dna di 48 pazienti affetti da Leucemia a cellule capellute (Hairy cell leukemia), alcuni dei quali diagnosticati e curati presso il nostro Istituto, ha evidenziato la presenza di una alterazione genetica definita V600E. Questa alterazione è una mutazione acquisita e non ereditaria della struttura del DNA, assolutamente specifica per questa rara forma di tumore del sangue e non riscontrabile in nessun’altra neoplasia ematologica. Pertanto, la V600E è fortemente indiziata di essere la lesione responsabile diretta del tumore”.
Essendo una ricerca traslazionale, lo studio è potenzialmente in grado di trasferire rapidamente i suoi risultati dal laboratorio alla pratica clinica, cosi’ come richiesto agli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. In questo modo la scoperta della mutazione potrebbe avere a breve importanti ripercussioni nell’ambito della diagnostica e del monitoraggio post terapia di pazienti affetti da leucemia cellule capellute. Nello stesso tempo sono stati già avviati studi relativi alla possibilità che l’alterazione genetica riscontrata possa rappresentare un nuovo bersaglio molecolare per trattamenti specifici e meno tossici per il paziente, come già avvenuto per altre patologie neoplastiche.
“Questo prestigioso lavoro e i numerosi altri appena pubblicati o in fase di pubblicazione su importanti riviste internazionali ad elevato Impact Factor” conclude il direttore del dipartimento Onco Ematologico “testimoniano una volta di più la vitalità, la qualità e la progressiva crescita dell’attività di ricerca clinica e pre-clinica svolta all’interno dell’Istituto nell’ambito delle numerose e importanti collaborazione scientifiche nazionali ed internazionali che i suoi ricercatori hanno recentemente attivato”.
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